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DATA NOME CITTA DASITO
26 Settembre 2002  Domenico Fico  Cupramontana (AN)  Progetto Gaia 
Rispondi INVIA UN TUO MESSAGGIO CON LO STESSO TITOLO   inquinamento ambientale doloso
dott. Domenico Fico
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni
via S.Marco, 16 tel. 0731-789566
60034 CUPRAMONTANA (AN)
E-mail: foci@libero.it





Il 5 settembre ho mandato al direttore del Corriere della Sera la
lettera che qui di seguito riporto. Non ho avuto cenno di risposta.
Poiché l’argomento mi sembra tutt’altro che frivolo, e considerando
l’autorevolezza di Carlo Rubbia, la cui proposta io ho ritenuto solo
di poter ampliare , mi sento autorizzato a sospettare che il silenzio su
questo argomento, che ha sepolto anche la proposta “ristretta” del
Rubbia, possa essere dettato dal desiderio di non turbare gli immensi
interessi dei petrolieri. Anche se essi rappresentano un incombente
pericolo mortale per l’Umanità. Potrei avere un vostro parere sulla
proposta del Rubbia , sulla mia idea di estendere globalmente quella
proposta e sull’opportunità di informare i cittadini di questao
preoccupante silenzio su questioni che coinvolgono l’esistenza stessa
dell’Unabutò ?
Cordiali saluti
Domenico Fico



al Direttore del
Corriere della Sera
MILANO


Egregio Direttore,
mentre la montagna Johannesburg si accinge a partorire un altro
topolino ambientalista malaticcio e sterile, Alberto Ronchey, citando
il presidente sudafricano Thabo Mbeki, scrive sul Suo giornale del 4
settembre :”Se ogni cinese dovesse consumare la stessa quantità di
benzina d’ogni americano, la Cina avrebbe bisogno dell’intera
produzione mondiale di greggio”. Constatazione, questa, che
dovrebbe dimostrare l’assoluta inconciliabilità tra sviluppo
economico compatibile ed aumento incontrollato della popolazione
mondiale. Ma questa contraddizione è soltanto apparente, perché
legata all’assurdo modo di produrre energia oggi, mentre, mutando il
modo di produrre energia, un grande impulso allo sviluppo
economico sarebbe possibile e porterebbe con se un forte
miglioramento dell’attuale tragica situazione ecologica, con
rilevantissimo miglioramento delle condizioni di vita delle
popolazioni oggi afflitte da povertà e da fame, e sarebbe
accompagnato da una sicura riduzione della sovrappopolazione
mondiale. Atteso che la causa principale, se non unica,
dell’inquinamento che sta uccidendo il pianeta Terra è, come scrive
Ronchey, “l’iperconsumo di elettricità, che brucia sempre più
petrolio e altri combustibili fossili avvelenando ecosfera ed
atmosfera”, appare del tutto ovvio che per salvare il nostro pianeta
urge ridurre drasticamente, se non abolire del tutto l’uso del petrolio
e degli altri combustibili fossili per la produzione di energia
elettrica. E’ possibile ciò ? Per rispondere a tale domanda mi
richiamo al piano proposto dal nostro eminente scienziato e premio
Nobel per la fisica Rubbia. Egli propone di riservare dieci chilometri
quadrati della Sicilia, la terra italiana più solatia, all’impianto di una
centrale di cellule fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica
sfruttando la fonte energetica più naturale, più ecologica e più
efficiente , e inestinguibile, quella solare. Secondo i calcoli di
Rubbia, d’indubbia autorevolezza, quella piccola zona del territorio
siciliano potrebbe produrre tutta l’energia elettrica necessaria
all’Italia. Dando allora al piano di Rubbia tutto il credito che è
dovuto a quello scienziato, mi sembra che sia possibile trarne
conseguenze davvero suggestive.
Nel nostro pianeta esiste una fascia, quella tropicale, dove le
condizioni d’insolazione sono ideali per quello scopo, ed in quella
fascia sono compresi molti dei paesi più popolosi e molti di quelli
più sottosviluppati e poveri : l’India, l’Indonesia, le Filippine, gran
parte del Sudamerica e dell’Africa, vaste zone verso le quali si
dovrebbero indirizzare gli aiuti finanziari dell’opulento Occidente.
Che però non si mostra molto propenso alla pura generosità,
oltretutto di assai dubbia efficacia. Ma se si adottasse su larghissima
scala mondiale il piano energetico che Rubbia consiglia,
localizzando le centrali di produzione di energia elettrica
dall’energia solare in quei paesi tropicali, si potrebbero convogliare
enormi capitali non a scopo di “beneficenza” improduttiva, ma a
scopo di investimento altamente produttivo e remunerativo. Creare
in quelle zone estese centrali di produzione d’energia elettrica
dall’energia solare trasformerebbe paesi, oggi in grave situazione
economica, in zone produttrici e fornitrici di energia economica e
“pulita”, che andrebbe man mano sostituendo il petrolio ed il
carbone. E paesi produttori e fornitori di energia diverrebbero paesi
ricchi, con rapido sviluppo sociale e politico, al quale
corrisponderebbe un profondo risanamento ambientale del pianeta
per la progressiva riduzione dell’uso dei combustibili inquinanti. E si
manifesterebbe sicuramente anche una altro fenomeno assai
positivo. Infatti, è osservazione comune che l’aumento della
popolazione umana è in genere inversamente proporzionale alle
condizioni economiche. I paesi più ricchi mostrano solitamente
indici di natalità assai inferiori a quelli dei popoli più poveri, e se ne
comprende facilmente il perché. Quindi, lo sviluppo economico
delle popolazioni oggi in gravi difficoltà non solo porterebbe al
risanamento ambientale, ma porterebbe certamente anche al
decremento demografico mondiale.
Unico vero ostacolo, io credo, si incontrerebbe nell’enorme potere
che oggi è nelle mani dei petrolieri. Ma questa è una questione
squisitamente politica, che esula dal mio discorso, che spero Lei
trovi degno d’attenzione e di discussione.
Con saluti cordiali
Domenico Fico
via S.Marco, 16 . 60034 Cupramontana (AN)


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