Cari Amici, sono stati liberati i primi 63 orsi la cui liberazione è stata sancita con la
firma dello storico accordo fra autorità locali ed associazioni animaliste. Quello che
segue è l'articolo che verrà pubblicato sul prossimo numero della rivista IMPRONTE. Nei
prossimi mesi avremo a disposizione un modello meccanico a grandezza naturale
rappresentante uno dei tanti animali ancora prigionieri delle cosiddette "fattorie
della bile", verrà utilizzato in occasione di prossime iniziative volte a mantenere
alta l'attenzione dell'opinione pubblica su questo delicato argomento. Per il momento non
mi resta che ringraziarvi e darvi appuntamento all'anno prossimo. Felice anno nuovo a
tutti voi e non dimenticate..durante queste feste fate in modo che nessun animale finisca
nel vostro piatto! Saluti animalisti Ivan Miori LAV Action Team
LA FINE DI UN INCUBO
Negli ultimi anni, l'allevamento degli orsi ha goduto di un'importante espansione
attraverso la Corea, la Cina ed il Vietnam. Ogni giorno, centinaia di animali vengono
"munti" per la loro bile, un prodotto che può essere facilmente sostituito con
preparati vegetali o sintetici considerati altrettanto efficaci anche da medici operanti
nell'ambito della medicina tradizionale cinese. Come deciso in occasione della firma
dell'accordo fra le autorità cinesi e l'Animals Asia Foundation nello scorso luglio,
intere "fattorie della bile" stanno chiudendo, le loro licenze vengono revocate
e gli orsi liberati. L'Associazione asiatica ha accettato di pagare una somma di denaro
agli allevatori interessati dal provvedimento, quale garanzia della non uccisione degli
orsi presenti all'interno dei loro allevamenti in dismissione (vi era infatti il rischio
che qualche animale fosse macellato e poi venduto ai ristoranti locali), e come incentivo
alla riconversione verso nuove ed eticamente accettabili attività. Le autorità locali
non rilasceranno nuove licenze e le copie di quelle revocate verranno consegnate
all'Animals Asia Foundation, a tutela della trasparenza di tutte le operazioni. Gli
animali giunti presso il rifugio di Chengdu, nella provincia di Sichuan, sono già 63, e
sono solo una parte dei 500 che verranno liberati nei prossimi mesi. Sono animali di varie
età, dai cuccioli di pochi anni a quelli molto più anziani, tutti in un disperato
bisogno di interventi chirurgici, psicoterapia e tanto affetto. Jill Robinson dell'Animal
Asia Foundation racconta dei primi arrivi e dell'emozione dei tanti volontari che hanno
contribuito all'ottima riuscita di questa delicata operazione. Gli orsi, caricati su
grossi camion, giungono al centro ancora rinchiusi nelle gabbie dove hanno trascorso tutta
la loro vita, accettano la frutta che viene loro offerta dai volontari dimostrando di
nutrire ancora della fiducia nei confronti di un essere che, fino a quel momento, non
aveva altro scopo che la loro tortura in nome del profitto. L'équipe di veterinari lavora
a ritmo serrato, sono molti gli animali a cui deve essere rimosso il catetere metallico
utilizzato per l'estrazione della bile (a volte lungo anche 7 pollici - circa 18 cm) e
curate altre infezioni, talune croniche. Alcuni hanno ernie e gravi ferite dovute allo
sbattere della testa contro le sbarre della gabbia, il mordere le stesse è alla base
della rottura dei denti. Sono stati trovati orsi a cui erano stati strappati nel disperato
tentativo di rendere gli animali più docili durante le operazioni di
"mungitura". Molti animali hanno ferite alle zampe ancora non rimarginate a
causa del continuo contatto con la superficie della gabbia, o dell'eccessiva crescita
delle unghie dovuta alla totale assenza di movimento. Fra gli animali tuttora ospitati, ve
ne sono di catturati in natura quando erano molto piccoli, molti hanno perso un arto nel
disperato tentativo di liberarsi da lacci o tagliole. Nessuno di questi potrà purtroppo,
essere rimesso in libertà, sono animali che non hanno imparato a cavarsela da soli e
nessuna terapia riabilitativa potrà annullare gli anni di sofferenze e renderli quindi
autosufficienti. All'interno del centro di recupero temporaneamente allestito a Chengdu,
gli orsi hanno a loro disposizione anche una piscina, dove poter nuotare nell'attesa di
essere trasferiti all'interno di una riserva permanente realizzata nei pressi della città
di Ziyang, qui gli animali potranno finalmente trascorrere il resto della loro vita
lontano dal terrore e dalla violenza. I veterinari dell'Animals Asia Foundation hanno
fiducia nella completa guarigione di tutti gli animali ospitati ma, è ancora molto il
lavoro che li separa dall'averli tutti completamente ristabiliti e vicini al recupero
della serenità perduta. L'autorizzazione alla liberazione dei 500 orsi non è stata
concessa facilmente, nè si può affermare che i responsabili dell'AAF si accontentino di
questo risultato, in realtà questi sono solo una minima parte dei 6.992 animali tuttora
imprigionati nelle 247 "fattorie della bile" sparse in tutta la Cina e la
mobilitazione non si può che considerare all'inizio del suo percorso.
|