c Altro che presidente verde. Obama di prepara a vanificare la conferenza sul clima di Copenhagen - 17/09/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 17/09/2009]
[Categorie: Sostenibilità ]
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Altro che presidente verde. Obama di prepara a vanificare la conferenza sul clima di Copenhagen

Alla faccia della svolta verde. Obama si prepara a vanificare la conferenza internazionale sul clima che si svolgerà a Copenhagen in dicembre per stabilire la riduzione delle emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale.

Il Guardian pubblica anticipazioni esclusive: probabilmente a causa delle posizioni di Obama non verrà raggiunto l’accordo vincolante che sembrava finalmente a portata di mano.

Ebbene sì, secondo il Guardian Obama punterà i piedi nonostante le sue benemerenze ambientali: vuol trasformare la Casa Bianca in un edificio eco efficiente, ha ricavato un orto biologico dal giardino, ha promosso un mercatino di prodotti agricoli a chilometri zero a due passi dalla sua residenza.

Ma a Copenhagen, scrive il Guardian, Obama chiederà di calcolare i tagli delle emissioni di anidride carbonica – il principale gas dell’effetto serra – in base a un meccanismo di sua invenzione, non ancora reso noto, e di rottamare i criteri del Protocollo di Kyoto.

L’Unione Europea invece chiederà di mantenere in vigore i criteri di Kyoto. Che per me non sono esattamente il sommo bene, in quanto riducono l’inquinamento a un meccanismo economico: paghi, e i tuoi peccati ecologici ti vengono perdonati.

Vero peraltro è che, come sottolinea il Guardian, i criteri di Kyoto sono già assodati. Per metterne insieme degli altri sarebbero necessarie discussioni pressochè infinite.

E vero anche è che i criteri di Kyoto pongono maggiori obblighi ai Paesi ricchi. Se i criteri dei tagli fossero diversi, i Paesi in via di sviluppo ed economicamente più deboli si opporrebbero probabilmente agli accordi salvaclima.

Soprattutto, sempre secondo il Guardian, Obama si impunterà su una cosa. Non vuole tagli obbligatori alle emissioni, ma solo tagli subordinati alla legislazione interna di ogni Paese.

Una clausola del genere significa che un Governo come quello italiano – per il quale occuparsi di problemi ambientali è cosa futile come andare dal parrucchiere – potrebbe disattendere i suoi obblighi senza andare incontro a nessuna sanzione. E chiunque altro, Stati Uniti compresi, potrebbe fare tranquillamente la stessa cosa.

Se queste anticipazioni corrispondono effettivamente alla realtà dei fatti, le possibili conseguenza sono due. A Copenhagen l’Unione Europea si opporrà alle proposte degli Stati Uniti: e allora niente accordo. O le farà proprie: e allora si raggiungeranno accordi non vincolanti, con meccanismi ancora da mettere a punto. In ogni caso, il riscaldamento globale potrà proseguire indisturbato.

Sul Guardian Obama si prepara a litigare con l’Europa e a vanificare la conferenza sul clima di Copenhagen

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