c Africa, allarme Onu: Terre cedute gratis ai paesi ricchi - 27/05/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 27/05/2009]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: Il Velino]
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Africa, allarme Onu: Terre cedute gratis ai paesi ricchi

Roma, 25 mag (Velino) - “Land Grab or development opportunity?”, ovvero terra rubata o opportunità di sviluppo? È la domanda che si pone un rapporto redatto dalle due agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di Agricoltura, Fao e Ifad, e l’Istituto Internazionale per l’ambiente e lo sviluppo, think thank con sede a Londra. Lo studio riguarda i paesi africani ed è stato anticipato oggi dal giornale inglese Financial Times. “I Paesi africani – si legge sull’Ft - stanno cedendo ampie fette dei loro terreni agricoli quasi gratuitamente ad altri stati o a investitori, avendo in cambio solo vaghe promesse su posti di lavoro e infrastrutture”. La gran parte degli accordi terrieri presi in esame da questo studio non prevede alcuna paga o una provvigione minima. Gli accordi prevedono la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di infrastrutture, ma gli impegni – viene fatto notare - mancano di forza. Punti decisivi come "il rafforzamento del meccanismo di controllo o il rispetto di quanto promesso dagli investitori" su posti di lavoro e infrastrutture, o "il rispetto delle esigenze di sicurezza alimentare vengono affrontati in maniera vaga se non completamente ignorate". Lo studio dell’Onu rappresenta il primo vero rapporto sul cosiddetto “farmland grab”, ovvero la crescente tendenza di paesi ricchi come Arabia Saudita e Sud Corea a garantirsi i diritti di sfruttamento delle terre agricole del continente africano, perché preoccupati per la loro sicurezza alimentare. Alcuni critici come il direttore generale della Fao Jacques Diouf – si legge ancora sul Finantial Times – hanno messo in guardia sul rischio di un “neo–colonialismo”, altri sostengono che gli investimenti possano favorire lo sviluppo dell’Africa.

Lo studio delle Nazioni unite evidenzia inoltre come “virtualmente tutti i contratti terrieri sono estremamente brevi e semplici se paragonati alla realtà economica della transazione”. I casi studiati sono stati quelli di Etiopia, Ghana, Mali, Madagascar e Sudan. È stato evidenziato come negli ultimi cinque anni “gli investimenti senza copertura sono stati pari a 2,5 m di ettari di terreno, vale a dire metà della superficie coltivabile del Regno Unito. Nel rapporto si parla anche di un crescente rischio che le popolazioni povere possano perdere accesso ai terreni e all’acqua. Con queste premesse viene denunciata la possibile perdita di terra per un alto numero di persone. Uno degli autori del rapporto, Lorenzo Cotula, sostiene che nuove ricerche indicano che gli accordi terrieri potrebbero essere “strutturati molto meglio”, e in particolare si propone di mettere i paesi africani nelle condizioni di negoziare.

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