c Università, un sacco anti-consumista - 20/03/2007 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 20/03/2007]
[Categorie: Movimenti ]
[Fonte: Il Manifesto, rubrica "terra terra"]
[Autore: Karima Isd]
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Università, un sacco anti-consumista

In diverse università europee e statunitensi ogni anno gli studenti si vedono regalare uno «Student welcome pack» (pacco di benvenuto) commerciale: campioni di prodotti di grandi marche che così si fanno pubblicità. Ma nel 1995 nell'università belga di Lovanio un gruppo di studenti arrivò alla conclusione che questo pacco era...un pacco, e dava il benvenuto soprattutto a un iperconsumo di prodotti non sempre sani né necessari. E gli studenti inventarono, per reazione, «L'Autre pack» (L'altro pacco), con alternative concrete al modello di consumo abituale; in un motto, consumare meno e meglio.

Iniziava così la storia di questo peculiare «strumento di sensibilizzazione a un consumo responsabile e guidato dai valori della solidarietà e dei diritti umani, del rispetto dell'ambiente e della salute», come lo definisce il sito della Fédé, la federazione degli studenti dell'Università di Liegi: infatti negli anni successivi il progetto ha contagiato altri campus del Belgio. Nel marzo 2006 sono stati oltre seimila i pacchi distribuiti nei 5 principali atenei francofoni del paese e in alcune scuole superiori, sempre su iniziativa degli studenti. Una equipe interuniversitaria assicura il coordinamento e la neutralità del progetto; c'è tanto di carta dei criteri in proposito. Il lavoro è svolto con la partecipazione di associazioni ecologiste e di solidarietà.

A Namur l'ultima volta è andata così. La Maison de l'écologie, in collaborazione con gli studenti, ha colto l'occasione per realizzare «Namur autrement», un annuario locale alternativo, piccola guida al consumo responsabile, sano ed ecologico. La distribuzione ha avuto luogo in novembre sulla piazza della Primavera di Pechino, insieme ad animazioni e mercatino. Il sacco era di amido di mais, riutilizzabile e compostabile, realizzato per iniziativa del Ministro vallone dell'Agricoltura e dell'Ambiente (certo, una bella duratura busta di tela sarebbe stata più alternativa). Il contenuto comprendeva fra l'altro: l'annuario locale, una mela bio, una barretta di cioccolato equo, una scatola di legno munita di certificato Pefc (uno dei marchi che indicano una gestione sostenibile di boschi e foreste), un quaderno di carta riciclata, preservativi, riviste alternative, un buono per una «seduta di sofrologia centrata sulla preparazione agli esami», consigli per autoprodurre detergenti, ricette di cucina con frutti e ortaggi locali e di stagione, consigli per risparmiare energia, materiali di associazioni per i diritti umani, un cd per installare software libero.

A differenza dei pacchi delle grandi marche che sono del tutto gratuiti, «L'autre pack» costa poco ma gratis non è. Anche perché il ricavato della vendita viene destinato a progetti scelti dall'equipe interuniversitaria fra quelli realizzati da studenti nel Sud del mondo (dai rimboschimenti in zone aride alle piccole ristrutturazioni di villaggio).

Questa settimana «L'autre pack» sbarca in Italia; diventa «L'altro sacco» ed è distribuito agli studenti dell'Università di Firenze nell'ambito delle giornate della sostenibilità e delle buone pratiche. Promossa dall'associazione Mani tese con la collaborazione della Provincia di Firenze, dell'azienda comunale per la gestione dei rifiuti Il Quadrifoglio e da varie associazioni, inserita in un progetto della Banca del tempo per l'ambiente, la distribuzione del sacco si inquadra in una serie di seminari teorici e laboratori pratici destinati agli studenti. Obiettivi: spunti per cambiamenti individuali ma anche per azioni in comune da concertare fra università, istituzioni, associazioni.

Cosa c'è nel sacco made in Italy che è di tela? Alimenti bio-locali e prodotti del commercio equo, riduttori di flusso e lampade a risparmio energetico, volantini della finanza etica e riviste «altre».

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