c Le api lavorano di più e sono stressate. Per questo stanno scomparendo - 07/05/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 07/05/2009]
[Categorie: Animali ]
[Fonte: Corriere.it]
[Autore: Alessandro Sala]
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I risultati di una ricerca del Biometeolab dell'Università di Milano

Le api lavorano di più e sono stressate. Per questo stanno scomparendo
I cambiamenti climatici stanno erodendo l'inverno, gli insetti escono prima dal letargo e vanno in tilt

MILANO - Il problema non è che non ci sono più le mezze stagioni. Il problema è che le mezze stagioni non sono più mezze. E, anzi, a causa dei cambiamenti climatici provocati dal riscaldamento globale sono andate via via estendendosi, rosicchiando di decennio in decennio sempre più giorni alla stagione fredda. Rimodulando il vecchio adagio, si potrebbe allora dire che non ci sono più gli inverni di una volta. E ad accorgersene, sulla loro pelle, sono state le api. Le quali, scombussolate da un calendario che non è più lo stesso di un tempo, si ritrovano ora in una condizione di eccessivo stress che sta portando alla decimazione delle colonie.

LO STUDIO - La conferma arriva da una ricerca realizzata dal Centro di ricerche in bioclimatologia medica, biotecnologie e medicine naturali dell'Università degli studi di Milano con la collaborazione di Agrofarma. Lo staff guidato dal prof. Umberto Solimene ha studiato l'evoluzione del clima in un intervallo temporale che va dalla fine del 19esimo secolo ai giorni nostri, soffermandosi sulle osservazioni meteorologiche condotte a partire dal 1880 e poi nel dettaglio sulle osservazioni satellitari disponibili dal 1978 ad oggi. Il risultato è una conferma di quanto già da tempo viene denunciato: il riscaldamento globale c'è, l'aumento in 130 anni è stato di circa un grado e i dodici anni compresi tra il 1995 e il 2006 sono stati in assoluto i più caldi della storia. Ma non solo: «E' evidente un restringimento della stagione invernale che ha innescato, per riflesso, un probabile allungarsi della finestra di attività delle api, ipotizzabile in 20-30 giorni di lavoro in più all'anno - sottolinea il prof Solimene -. Questo prefigura uno stress aggiuntivo a carico delle api che comprometterebbe la loro salute. Lo stesso sincronismo tra la fase della fioritura e la ripresa dell'attività di volo delle api dopo l'inverno potrebbe avere subito importanti sfasature».


I FATTORI DI RISCHIO - Nelle api lo stress funziona esattamente come nell'uomo: ad una fase di allarme segue quella di adattamento che consente di tirare avanti e che dura fino al momento in cui non si registra un crollo. Crollo che evidentemente ora c'è stato e che si manifesta con il drastico assottigliamento della popolazione apistica su scala mondiale, con un'incidenza maggiore negli Stati Uniti, in Europa e in Australia. Per il team di studiosi che ha condotto la ricerca, le condizioni climatiche sono responsabili per almeno il 50% della decimazione delle colonie di api. Poi entrano in gioco altre concause, come l'inquinamento e l'azione devastante della verroa, un acaro che si infiltra negli alveari e che si rivela sempre più aggressivo, in quanto gli insetti indeboliti dallo stress non riescono ad opporre resistenza.

ALVEARI IN AFFITTO - Il problema delle api non è una questione privata, non riguarda in realtà solamente le api. Questi insetti sono un calzante paradigma di quanto gli effetti delle azioni dell'uomo sull'ambiente possano creare scompensi su vasta scala. La diminuzione delle colonie ha ripercussioni dirette sull'attività legata all'apicoltura. Ma gli effetti si fanno sentire, e pesantemente, anche in forma indiretta in diversi altri settori. Nelle settimane scorse, ad esempio, la rivista americana Time nel suo «Annual special issue» è tornata a puntare i riflettori sulle difficoltà che incontrano i coltivatori della California nella gestione dei loro frutteti: la produzione di mandorle, di cui lo Stato governato da Arnold Schwarzenegger è il principale esportatore al mondo, ha subito un drastico calo per la mancanza di un numero sufficiente di insetti per l'impollinazione, con il risultato che gli agricoltori sono stati costretti ad affittare alveari facendoli arrivare appositamente da altre zone degli States. Che negli Usa il problema sia particolarmente sentito, lo dimostra anche il fatto che della questione sia stato investito anche Gil Grissom, il protagonista di Csi, che nell'ultima serie del fortunato serial poliziesco della Cbs è chiamato, tra i diversi casi, ad occuparsi anche di una misteriosa epidemia che sta colpendo le api in diverse parti del mondo. Quando la realtà entra nella fiction, insomma.

LA PAROLA AI GOVERNI - La moria delle api, che lo scorso anno aveva registrato picchi elevatissimi anche in Italia, è dunque un problema di cui si è iniziato a prendere coscienza e a cui in qualche modo bisognerà porre rimedio. «I nostri dati attribuiscono ai cambiamenti climatici una grossa fetta di responsabilità nella scomparsa delle api - dice ancora il prof. Solimene -. La ricerca è solo un punto di partenza, una fotografia dello stato dell'arte. Agire sui fattori che influenzano il clima è la vera sfida. Il mondo scientifico può solo lanciare l'allarme. Ora tocca ai governi fare la loro parte».

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