c AMBIENTE: ONU A G20, PRONTO VADEMECUM PER RIVOLUZIONE VERDE - 30/03/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 30/03/2009]
[Categorie: Sostenibilità ]
[Fonte: Ansa]
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AMBIENTE: ONU A G20, PRONTO VADEMECUM PER RIVOLUZIONE VERDE

BRUXELLES, 30 MAR - Dall'efficienza energetica degli edifici all'incentivazione di fonti verdi come sole, vento e biomasse, passando per la gestione di acqua dolce, foreste e coralli, fino ad agricoltura e trasporti sostenibili. Sono questi i cinque settori chiave dove puntare robusti investimenti secondo un vademecum anti-crisi e per il lancio di un New Deal verde a livello globale, redatto da economisti e Nazioni Unite in vista del vertice dei leader mondiali a Londra il primo aprile, in occasione del G20, ma anche del G8 italiano di luglio. Il rapporto mette in luce i benefici economici, ambientali e sociali da raggiungere, spendendo una cifra sostanziosa come 3 migliaia di miliardi di dollari per un pacchetto di misure a livello globale. ''Il G20 - spiega Achim Steiner, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep) - deve diventare una pietra miliare per aver messo a fuoco gli investimenti che affrontano la crisi odierna e quelle che stanno emergendo a causa dei cambiamenti climatici, scarsita' di risorse naturali e perdita di lavori dignitosi per quasi 2 miliardi di persone nel corso del prossimo decennio''. Secondo Steiner ''basta pensare al consumo dell'energia negli edifici. Questa puo' gia' essere tagliata dell'80% in maniera efficace dal punto di vista dei costi utilizzando le tecnologie esistenti'', aggiungendo poi che investimenti addizionali in questo settore non solo stimolerebbero la ripresa del settore edile, ma porterebbero alla creazione di decine di milioni di posti di lavoro. Il rapporto rivolge un appello perche' vengano adottate anche specifiche misure per aiutare i Paesi poveri a raggiungere i target anti-poverta' entro la scadenza del 2015, i cosiddetti Millenium Development Goals, oltre a rendere le loro economie piu' verdi. ''Gli investimenti su larga scala - aggiunge il direttore esecutivo dell'Unep - messi a punto nei prossimi mesi e dai due ai prossimi quattro anni rappresentano un'occasione che si presenta una sola volta nella vita per compiere la transizione verso una societa' a basso impatto di carbonio ed efficiente dal punto di vista delle risorse. Un'opportunita' di questo tipo non deve andare perduta''. Il vademecum anti-crisi per una rivoluzione globale verde non si rivolge solo al G20, ma a tutti i vertici previsti a livello internazionale, come ''le riunioni di primavera di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale'' precisa il leader della squadra che ha portato avanti il rapporto dell'Unep, Pavan Sukhdev. ''I soldi che verranno messi in pista per stimolare l'economia globale, un fatto nuovo fino a un anno fa - conclude l'esperto Onu - metteranno un'ipoteca sul futuro del mondo basato sul cosiddetto modello del 'business as usual', oppure daranno l'opportunita' di realizzare una transizione verso una strada nuova e piu' sostenibile. E c'e' bisogno che questa scelta coraggiosa venga fatta adesso e accelerata nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi''.

Nella lista della spesa che gli esperti Onu hanno messo a punto in un pacchetto anti-crisi per una rivoluzione verde dell'economia, compaiono anche interventi per un'agricoltura sostenibile e investimenti nelle infrastrutture del Pianeta, inclusa l'acqua dolce, le foreste, il suolo e le barriere coralline. Ecco i dati del rapporto del programma Onu per l'Ambiente (Unep):
- AGRICOLTURA: Puntare sul biologico, che negli ultimi anni ha aumentato di oltre 5 miliardi l'anno le vendite dei suoi prodotti, raggiungendo la quota di oltre 46 miliardi di dollari nel 2007. Secondo gli espertoi Onu, l'agricoltura bio offre un'opportunita' di commercio reale di riduzione della poverta' ai Paesi in via di sviluppo, visto che piu' del 97% degli introiti sono prodotti in Europa e Nord America, mentre oltre l'80% dei produttori sono in Africa, Asia e America Latina. I Paesi con i maggiori produttori sono Uganda, India, Etiopia e Messico. Da dati Fao, risulta che le emissioni di CO2 di un ettaro coltivato in maniera bio sono dal 48% al 68% piu' basse di quelle di un ettaro coltivato in maniera convenzionale. E studi Onu su 114 casi di conversione di agricoltura da convenzionale a bio, ha riscontrato un raddoppio del raccolto. Di qui la raccomndazione ai leader mondiali di investire nel settore, a casa propria come nei Paesi in via di sviluppo, producendo anche posti di lavoro. In Messico, riferisce il rapporto Onu, nel 2007 l'agricoltura bio ha creato 170mila occupati e in generale questo tipo di produzioni utilizza il 30% in piu' di forza lavoro rispetto al sistema tradizionale;
- ACQUA E INFRASTRUTTURE PIANETA: Il mercato globale per fornitura di acqua, fognature e servizi igienici ed efficienza della rete idrica, si stima valga qualcosa come oltre 250 miliardi di dollari e si prevede una crescita a quasi 660 miliardi di dollari entro il 2020. Un investimento di 15 miliardi l'anno per raggiungere gli obiettivi del Millenium Development Goals entro il 2015, cche prevede di dimezzare il numero di persone senza un accesso sostenibile ad acqua sicura e servizi igienici essenziali, potrebbe generare benefici a livello economico globale di 38 miliardi di dollari l'anno, di cui 15 miliardi di dollari solo nell'area dell'Africa sub-sahariana. Il documento Onu solleva l'attenzione di Paesi in vai di sviluppo e organizzazioni internazionali di sviluppo sulla questione di investire nelle infrastrutture del Pianeta, come suoli, foreste, oceani, barriere coralline e zone umide, il cui contributo all'economia viene sottovalutata. Secondo una stima, i servizi 'ecologic' forniti dalle foreste indiane valgono oltre il 7% del Pil nazionale e circa la meta' di quello del cosiddetto 'Pil dei poveri'. Sul fronte della protezione del mare, una rete di riserve marine globale, con la chiusura del 20% delle aree di pesca, potrebbe dare sostegno alla pesca per un valore tra gli 80 e i 110 miliardi di dollari l'anno, assicurando cosi' il futuro a 27 milioni di posti di lavoro e creando un altro milione per la conservazione delle aree. Le aree umide invece, si valuta producano il 25% del cibo a livello mondiale, con attivita' che vanno dalla pesca, agli allevamenti, alla caccia.

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