c Dove mettere le centrali nucleari? Spunta una lista - 24/03/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 24/03/2009]
[Categorie: Ecologia ]
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Dove mettere le centrali nucleari? Spunta una lista
Una lista di siti individuata per "un esercizio tra amici", per di più "di area ambientalista", una lista fittizia, quindi, ma non troppo lontana da quella 'vera', visto che le caratteristiche necessarie a realizzare una centrale nucleare son quelle.

E' la lista che solleva proteste in ognuna delle 14 località individuate come potenziale sede di una centrale nucleare, lista redatta da Francesco Meneguzzo, scienziato del Cnr, esperto di energia e innovazione, che lavora presso l'Ibimet di Firenze che lo 'confessa' al 'Foglietto' di Usi/Rdb Ricerca, il sindacato di base dei lavoratori della ricerca, on line. Insomma, da quasi un anno, il suo studio sulle 14 località (Monfalcone, Chioggia, Ravenna, Caorso, Trino, Fossano, Scarlino, San Benedetto del Tronto, Latina, Termoli, Garigliano, Mola di Bari, Scanzano Ionico, Palma e Oristano) che avrebbero i requisiti per ospitare centrali nucleari, crea aspre polemiche, riesplose nei giorni scorsi dopo l'accordo tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy per realizzarne 4 in Italia. Meneguzzo, raggiunto dal 'Foglietto', ha accettato di rispondere ad alcune domande. Dello studio si dichiara "coautore, a dire la verità, con altri amici anche più esperti della materia". Si è trattato di "un esercizio tra amici, di area ambientalista. Io sono iscritto ai Verdi - aggiunge - ma non posso dire che l'esercizio sia stato commissionato da loro". Lo studio "può essere considerato uno 'screening preliminare' - aggiunge Francesco Meneguzzo - probabilmente non tutti i criteri sono stati tenuti in considerazione, ma scommetterei di non essere andato troppo lontano dai risultati di un eventuale studio più rigoroso. Del resto, da qualche parte queste centrali andranno pure installate". Il 'Foglietto' chiede a Meneguzzi se non sarebbe più utile uno studio per l'individuazione di siti dove investire in fonti alternative al nucleare. "Ovviamente sì - risponde- anche non avendo niente contro il nucleare, non si può sorvolare sul fatto che l'uranio 235 estratto oggi non è sufficiente a coprire il fabbisogno delle centrali esistenti, e non si vede come ne possa esserne estratto di più in futuro". Il nucleare, aggiunge il ricercatore, è "un modello energetico fallimentare, soprattutto ora che le fonti rinnovabili sono enormemente più efficienti di un tempo". Inoltre, aggiunge, "la polarizzazione sull'energia da fusione nucleare dell'uranio 235 ha contribuito a marginalizzare alcuni campi di ricerca sulle nuove energie che hanno potenzialitù straordinarie". Insomma, a giudizio del ricercatore il nucleare oggi è "una straordinaria trovata per far girare tanti ma tanti soldi".

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