c Acqua: profitto e diritti umani a confronto ad Istanbul - 18/03/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 18/03/2009]
[Categorie: Sostenibilità ]
[Fonte: ansa.it]
[Autore: Furio Morroni]
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Acqua: profitto e diritti umani a confronto ad Istanbul

Investire nell'acqua per far soldi oppure far si' che i governi riconoscano il ''diritto all'acqua'' e proteggano questa fondamentale risorsa come un bene comune e un diritto umano. Queste le opposte vedute a duro confronto a Istanbul dove ieri - promosso dal Consiglio Mondiale dell'Acqua - si e' aperto il quinto Forum internazionale sull'acqua. Ma, in parallelo a questo convegno ''ufficiale'', nella metropoli turca si stanno svolgendo anche un altro Forum e molti eventi ''alternativi'' organizzati da Ong e associazioni ambientaliste internazionali che non solo non riconoscono la legittimita' del Consiglio Mondiale ma lo accusano anche di essere troppo legato alla Banca Mondiale e alle multinazionali dell'acqua e intenzionato solo a sfruttare le risorse idriche mondiali per i propri interessi economici. Cosi' oggi i partecipanti al Forum ''ufficiale'' (circa 30 mila congressisti, di cui 18 mila provenienti dall'estero, secondo gli organizzatori) hanno avuto modo di ascoltare il grido d'allarme della Banca Mondiale, secondo cui l'attuale crisi finanziaria globale potrebbe provocare, in una decina d'anni o poco piu', una battuta d'arresto nello sviluppo delle aziende e delle industrie collegate alle risorse idriche. Cio' - secondo Jamal Saghir, direttore del dipartimento Energia, Acqua e Trasporti della Banca Mondiale - potrebbe accadere in quanto gli investimenti nel settore comincerebbero a venir meno e la gente diventerebbe sempre piu' incapace di pagare le bollette dell'acqua. Per risolvere il problema, secondo Saghir, le aziende dell'acqua internazionali dovrebbero incrementare la propria efficenza in modo da convincere i governi a corto di liquidita' che investire nell'acqua e' una buona idea. Questo scenario, pero', non e' condiviso dagli ambientalisti - favorevoli al riconoscimento dell'accesso all'acqua per tutti come un diritto ''umano e sociale'' imprescindibile - i quali sostengono che andando avanti cosi' si arrivera' ad una ''petrolizzazione'' dell'acqua. E contestano le Dichiarazioni ministeriali sottoscritte dai governi nei precedenti Forum in cui non si e' fatto alcun riferimento al principio del ''diritto umano'', ma ci si e' limitati a dire che l'accesso all'acqua per tutti deve essere considerato solo come un ''bisogno vitale''. Coerentemente con queste Dichiarazioni, secondo gli ambientalisti, nei precedenti Forum si affermo' il concetto che, per assicurare una gestione ''efficace'' dell'acqua in tutto il mondo, questa deve essere ormai considerata come un ''bene economico'' (e non solo ''sociale''), il cui valore deve essere determinato sulla base del ''giusto prezzo'' fissato dal mercato nell'ambito della libera concorrenza. In parte in linea con il pensiero degli ecologisti, oggi il ministro turco per l'ambiente Veysel Eroglu - parlando al Forum ''ufficiale'' - ha detto senza mezzi termini che ''l'acqua appartiene allo Stato. Noi puntiamo a coinvolgere il settore privato nella realizzazione di centrali idroelettriche, ma di vendere l'acqua non se ne parla neppure''. Ma gli ambientalisti contestano anche le dighe che occorre innalzare per fare le centrali idroelettriche. Infatti i grandi sbarramenti sui fiumi, come quelli realizzati e tuttora in fase di costruzione in Turchia, a loro parere hanno un impatto molto dannoso sulle popolazioni e sull'ambiente.

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