c E’ nata l’Ipbes, l’Ipcc della biodiversità e degli ecosistemi - 09/05/2012 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 09/05/2012]
[Categorie: Diritti della Terra;Ecologia;Scienza; ]
[Fonte: Greenreport.it]
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E’ nata l’Ipbes, l’Ipcc della biodiversità e degli ecosistemi
Bonn ospiterà la sede centrale del nuovo organismo internazionale

 

Dopo diversi anni di negoziati internazionali, finalmente a Panama City è stato approvato il progetto definitivo di funzionamento dell'Intergovernmental platform on biodiversity and ecosystem services (Ipbes) e l'ex capitale della Germania occidentale, Bonn, che ospita già organizzazioni come l''Environment programme dell'Onu (Unep) e la Convention on migratory species (Cms) si è aggiudicata la gara per la sede del nuovo organismo indipendente. All'Unep è stato chiesto di continuare a gestire temporaneamente l'Ipbes insieme a  Fao,  Unesco e United Nations Development Programme (Undp), poi una o più di queste agenzie Onu gestiranno la Segreteria Ipbes, una volta che sarà definitivamente istituita.

L'Ipbes punta a contrastare con forza l'accelerazione della perdita di biodiversità e il degrado dei servizi degli ecosistemi a livello mondiale, colmando il baratro che separa una ricerca scientifica sempre più accurata, aggiornata ed imparziale e le decisioni della politica. Ipbes vuole infatti essere «Una nuova piattaforma, riconosciuta sia dalle comunità scientifiche che politiche, per affrontare le lacune esistenti e rafforzare l'interfaccia scienza-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici».

Intervenendo al summit di Panama, Sir Robert Watson, chief scientific advisor del Dipartimento per l'ambiente, alimentazione e affari rurali della Gran Bretagna, ha sottolineato: «Oggi ha vinto la biodiversità. Oltre 90 governi sono riusciti ad istituire un'interfaccia scienza-politica per tutti i Paesi. La biodiversità e i servizi ecosistemici sono essenziali per il benessere umano. Questa piattaforma produrrà la conoscenza e costruirà la capacità di proteggere tutto questo per le generazioni future».

Secondo l'Unep «L'avvio dell'Ipbes si aggiunge al momento di slancio per la Conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile (Rio 20) che si terrà a giugno a Rio de Janeiro, Brasile. Si prevede che l'Ipbes diventi un punto di riferimento chiave per tutte le agenzie e le organizzazioni coinvolte nella conservazione e nell'uso sostenibile della biodiversità, del benessere umano a lungo termine e dello sviluppo sostenibile e che la piattaforma porterà la questione all'ordine del giorno politico, nello stesso modo in cui l'Ipcc ha sollevato la questione del cambiamento climatico».

I compiti principali dell'Ipbes sono: identificare e dare priorità alle informazioni scientifiche necessarie per i politici e per catalizzare gli sforzi per produrre nuove conoscenze; eseguire valutazioni regolari e tempestive per la conoscenza della biodiversità e dei servizi ecosistemici e le loro interconnessioni; sostenere l'approvazione e l'attuazione delle politiche attraverso l'individuazione di  politiche, strumenti e metodologie adatti; dare una priorità centrale alla necessità di migliorarne l'interfaccia scienza-politica e per fornire e richiedere il sostegno finanziario e di altro tipo per le massime priorità direttamente correlate alle sue attività. Sarà istituito un "core trust fund" che riceverà i contributi volontari di governi, organismi dell'Onu, Global environment facility (Gef) ed altre organizzazioni intergovernative e soggetti interessati, come il settore privato e le fondazioni.

Il direttore esecutivo dell'Unep, Akim Steiner, ha sottolineato che «Anni di dibattiti, spesso complessi, e di negoziati politici hanno oggi raggiunto una conclusione positiva e una pietra miliare in termini di risposta per il futuro dell'umanità,  per invertire la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi dalle foreste,  alle acque dolci. Vorrei congratularmi con la Germania per essere stata votata per ospitare la Segreteria di questa nuova piattaforma scienza-politica. L'Unep si auspica di lavorare con i partner all'interno e all'esterno del sistema delle Nazioni Unite per far diventare questo nuovo organismo il successo che sicuramente sarà».

Elsa Nickel, vice direttore generale della direzione tedesca della conservazione della natura e dell'uso sostenibile delle risorse naturali, ha ringraziato tutti per la fiducia dimostrata verso la Germania, assicurando che il governo si è impegnato a sostenere l'Ipbes: «Chiediamo ai governi di lavorare insieme a stretto contatto, in particolare agli altri 4 Paesi in gara (Corea del Sud, India, Kenya e Francia) per far diventare l'Ipbes una vera storia di successo». 

L'Ipbes risponderà alle richieste di informazione scientifica in materia di biodiversità e servizi ecosistemici da parte dei governi, degli accordi ambientali multilaterali in materia e delle agenzie dell'Onu, nonché degli altri soggetti interessati. Il primo giorno dell'incontro di Panama, il gruppo degli stakeholders ha consegnato una dichiarazione congiunta ai rappresentanti dei governi, nella quale ribadiscono il loro «Forte interesse per l'Ipbes, sia come contributori della conoscenza che come utilizzatori finali dei prodotti dell'Ipbes» ed hanno anche  raccomandato che «Le procedure stabilite per la revisione e la valutazione indipendente dell'efficienza della piattaforma abbiano un impatto efficace su base periodica ed agiscano secondo le sue raccomandazioni». I partecipanti al summit hanno sottolineato «L'importanza di costruire capacità a livello internazionale, regionale, sub-regionale, nazionale, sub-nazionale e locale per la generazione della conoscenza, le valutazioni e le funzioni di sostegno alle politiche della piattaforma».

Per la direttrice generale dell'Unesco, Irina Bokova, «La creazione dell'Ipbes, a poche settimane di distanza dalla Conferenza di Rio 20, è un segnale forte, e mi congratulo per questo progresso significativo verso la conservazione della biodiversità. Mi auguro che questo organismo permetta che la biodiversità sia presa  maggiormente in considerazione nelle strategie dello sviluppo sostenibile, così come è stato per l'Ipcc per i cambiamenti climatici negli ultimi 20 anni. La perdita di biodiversità è un indicatore chiave dei cambiamenti che stanno interessando il nostro pianeta. L'Ipbes sarà uno strumento di coordinamento più efficace tra i ricercatori e i decisori al fine di affrontare questa sfida. L'Unesco ha sostenuto questo processo sin dal suo inizio e farà di tutto per portare la sua lunga esperienza e mobilitare le sue reti scientifiche in materia di acqua, oceani e biodiversità al servizio dell'Ipbes».

L'amministratrice dell'Unpdp Helen Clark, vede l'Ipbes come «Di fondamentale importanza per sostenere l'attuazione del nuovo Piano strategico della Convention on biological diversity e per promuovere lo sviluppo sostenibile globale. Sappiamo che ecosistemi sani forniscono servizi inestimabili che sono alla base dello sviluppo, in particolare per i miliardi di persone nel mondo che dipendono direttamente dalla biodiversità per il proprio sostentamento. Noi crediamo che l'Ipbes possa contribuire a garantire che i Paesi in via di sviluppo e le comunità abbiano accesso alle informazioni scientifiche per informare le politiche di sviluppo, protezione della biodiversità e servizi eco sistemici, in un modo da affrontare la riduzione della povertà e favorire  la crescita con equità».

Il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, ha dichiarato: «La biodiversità è essenziale per la sicurezza alimentare. Migliaia di specie collegate costituiscono una rete vitale di biodiversità degli ecosistemi dai quali dipende la produzione alimentare. Con l'erosione della biodiversità, l'uomo perde la capacità di adattamento degli agro-ecosistemi alle nuove sfide, come la crescita demografica e i cambiamenti climatici. Il raggiungimento della sicurezza alimentare per tutti è intrinsecamente collegato alla conservazione della biodiversità. Accogliamo con favore la creazione di questa piattaforma e siamo lieti di essere tra quelli che  la sostengono». 

A Panama c'erano anche rappresentanti della comunità scientifica, di Ong, dei popoli indigeni che hanno discusso della loro partecipazione al nuovo organismo. Jane Smart, rappresentante dell' International union for conservation of nature (Iucn) ha detto che «E'  molto importante costruire sulle conoscenze esistenti. Molte delle parti interessate hanno realizzato una grande quantità di dati in parecchi decenni che sarebbero molto lieti di mettere a disposizione di questa nuova piattaforma scienza-politica. Tali informazioni provengono da una vasta gamma di comunità scientifiche sociali  e biofisiche».

Carolyn Lundquist, della Society for conservation biology, ha sottolineato «La necessità di aumentare la trasparenza della piattaforma attraverso il coinvolgimento diretto delle parti interessate e delle organizzazioni della società civile in qualità di osservatori».

I rappresentanti dei popoli indigeni hanno accolto con favore l'inclusione delle conoscenze indigene e dei diversi titolari di conoscenza nel lavoro dell'Ipbes.  Il rappresentante della Tebtebba Foundation, Joji Cariño,  ha ricordato ai delegati che «I popoli indigeni e delle comunità locali mantengono dalle profondità del tempo una conoscenza approfondita della biodiversità e degli ecosistemi, complementare alla scienza e importante per il processo decisionale».

Anne Larigauderie, che ha parlato a nome dell'International council for science e dell'United Nations University, ha elogiato la decisione di istituire un Multidisciplinary expert panel (Mep) che si occuperà delle e funzioni scientifiche e tecniche dell'Ipbes: «Questo assicurerà l'indipendenza scientifica, così come la rappresentazione del mix di discipline necessarie per affrontare future richieste dalla Plenaria dell'Ipbes». Ha anche accolto con favore «La decisione di avviare ora l'attuazione dell'Ipbes, attraverso un ambizioso programma di lavoro intersessionale».

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