c Bracconaggio, inquinamento e penuria d'acqua. La lontra scompare dai fiumi italiani. - 29/03/2012 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 29/03/2012]
[Categorie: Animali;Ecologia; ]
[Fonte: Corriere.it]
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Bracconaggio, inquinamento e penuria d'acqua. La lontra scompare dai fiumi italiani.
La Forestale in prima linea per la salvaguardia del mustelide. In tutta la penisola ne sono rimasti solo 250 esemplari

Un esemplare di lontra, animale sempre meno presente nei corsi d'acqua italiani MILANO - La lontra rischia di scomparire dai nostri fiumi: l'animale, classificato come «in pericolo» nella Lista rossa nazionale delle specie minacciate di estinzione, conta meno di 250 individui sul territorio nazionale. I ceppi più compromessi sono quelli piccoli e isolati, come quelli molisano e calabrese. Motivo per cui il Corpo Forestale dello Stato – in occasione della “Giornata mondiale dell'acqua” – ha promosso un incontro sulla salvaguardia del mustelide.

INQUINAMENTO E INCIDENTI - In Italia, i maggiori fattori di declino sono la distruzione dell'habitat, l'inquinamento e gli incidenti stradali: dalle segnalazioni raccolte sul sito «La lontra» dell'Università di Trieste gli esemplari morti o feriti sono 27 sul totale stimato in 220-260. Il controllo del territorio, perciò, risulta fondamentale: «Il trend positivo nella riproduzione – spiega Livia Mattei, primo dirigente del Corpo Forestale – va incoraggiato. Dall'Italia meridionale, le lontre stanno risalendo verso il centro, in Molise e Abruzzo. Dobbiamo preservarle dal pericolo di essere investite, perché così morirebbero una seconda volta». Altra causa di spopolamento è la scarsa disponibilità di risorse alimentari, dovuta all'instabilità del regime idrico, all'eccessivo sfruttamento dei bacini e alla cattiva gestione della pesca. «Siamo in allerta – conferma la Mattei – dato che i nostri fiumi sono molto degradati e discontinui, mentre il mustelide per diffondersi e colonizzare nuovi territori ha bisogno di muoversi per chilometri». Se i bacini fluviali sono in secca, l'animale riesce a sopravvivere solo in presenza di pozze d'acqua residue, laghi e invasi artificiali. L'insufficienza di acqua è più accentuata in Italia, dove il consumo medio pro capite è superiore alla media europea.

IL BRACCONAGGIO - La lontra è anche vittima del bracconaggio, per la sua naturale conflittualità con la pesca e l'itticoltura: tra il 1963 e il 1973 sono stati uccisi illegalmente circa 660 esemplari, mentre tra il 1999 e il 2008 in Puglia e Basilicata ne sono stati abbattuti 9 malgrado il divieto di caccia. Tra gli agenti inquinanti che incidono di più sulla scomparsa del mammifero si segnalano i pesticidi e i metalli pesanti, assorbiti per via diretta o tramite la catena alimentare. I danni maggiori si riscontrano nell'apparato riproduttivo. Le contromisure? «Il Piano d'azione nazionale per la conservazione della lontra – ricorda la Mattei – ha individuato una serie di interventi per incrementare la popolazione e migliorare l'ecosistema».

PREVENZIONE E RECUPERO - Non solo: il Corpo Forestale, oltre all'azione di monitoraggio e prevenzione dei reati ambientali, è impegnato nel Centro Visita di Caramanico Terme, nel Parco della Majella. Il centro svolge attività di ricerca su mustelidi in cattività, non idonei al ripopolamento. «Studiamo il comportamento del mammifero e raccogliamo informazioni», precisa la Mattei. L'attività divulgativa punta sul coinvolgimento emotivo del pubblico per stimolare maggiore consapevolezza: dall'allestimento museale per i più piccoli, che si immedesimano nei cuccioli di lontra, ai filmati sulla nascita e le cure parentali. La prossima sfida? «Riuscire a recuperare gli esemplari feriti e a reinserirli nel loro habitat», auspica la dirigente del Corpo Forestale. Già, perché se la lontra è in lento recupero, il processo va difeso e incentivato. Complici le “sentinelle” in divisa, pronte a intervenire nelle zone più colpite dall'urbanizzazione e dall'inquinamento.

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