c Berkeley earth project: «Il global warming non è un'invenzione, lo dimostrano 1,6 miliardi di dati» - 27/10/2011 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 27/10/2011]
[Categorie: Politica;Scienza; ]
[Fonte: Greenreport.it]
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Berkeley earth project: «Il global warming non è un'invenzione, lo dimostrano 1,6 miliardi di dati»

Il Berkeley Earth Project per il suo "New Assessment of Global Warming " è partito da dati certi: «L'indicatore più importante del riscaldamento globale sono, di gran lunga, i dati sulle temperature della superficie di terra e mari. Questi sono stati criticati in diversi modi, compresa la scelta delle stazioni e dei metodi per la correzione degli errori sistematici. Il Berkeley Earth Surface Temperature study si propone di fare per una nuova analisi dei dati della temperatura superficiale in modo rigoroso e che affronti questa critica. Abbiamo utilizzato più di 39.000 singole stazioni, il che è più di cinque volte delle 7.280 stazioni che si trovano nel Global Historical Climatology Network Monthly data set (Ghcn-M) che è servito come focus per molti studi sul clima. Il nostro obiettivo è quello di risolvere le criticità delle passate analisi delle temperature e di preparare un open record record che permetterà di dare una rapida risposta alle critiche o dei suggerimenti. I nostri risultati includono non solo la nostra migliore stima per la variazione della temperatura globale, ma le stime delle incertezze dei dati».

Lo studio si è trasformato nella più grande ricerca indipendente sul clima, basata su un miliardo e 600mila misurazioni delle temperature dall'800 a oggi raccolte da 15 diverse fonti in tutto il mondo. Una massa di dati che seppellisce le teorie complottistiche degli eco-scettici: Il global warming non è un'invenzione di ambientalisti che manipolano i politici, ma esiste ed è in pieno svolgimento. 

Un'altra conferma che arriva dallo studio è che le città sono "isole di calore", dove le temperature crescono maggiormente, questo non influenza la media globale perché si estendono su meno dell'1% del pianeta ma la crescente urbanizzazione potrebbe modificare il loro impatto.

La ricerca del Berkeley Earth Project sarà pubblicata su Geophysical Research Letters e evidenzia che «Dal 1950 a oggi c'è stato un aumento della temperatura media globale di 1 grado». E' la conferma di quanto avevano già calcolato diversi degli istituti di ricerca presi di mira dagli eco-scettici, a partire dal Nasa Goddard Institute for Space Studies, dalla National Oceanic and Atmospheric Administration Usa e dal Met Office Hadley Centre e dall'Università di East Anglia.

Il team di ricercatori, che comprende anche Saul Perlmutter, uno dei vincitori quest'anno del premio Nobel per la Fisica per la scoperta che l'universo si sta espandendo ad un tasso crescente, è guidato da Richard Muller, professore di fisica all'University of California di Berkeley, Faculty senior scientist al Lawrence Berkeley laboratori e opresidente di Muller & Associates LLC. E da Robert Rohde PhD in fisica sperimentale/teorica all'University of California di Berkeley, uno dei maggiori esperti mondiali di analisi di grandi data sets e di stima degli effetti statistici e sistematici. I due scienziati sono anche co-autori di una serie di rapporti ed analisi su biodiversità e dati sui fossili.

Il Berkeley Earth Surface Temperature study, proprio per anticipare accuse e attacchi degli eco-scettici, tiene molto alla trasparenza dei suoi bilanci e dichiara di aver ricevuto fino a giugno 2011 in totale 623.087 dollari da Lee and Juliet Folger Fund ($20.000); William K. Bowes, Jr. Foundation ($100.000); Fund for Innovative Climate and Energy Research (di Bill Gates) ($100.000); Charles G. Koch Charitable Foundation ($150.000); Ann & Gordon Getty Foundation ($50,000) $14.500 da donatori individuali. Il progetto è sostenuto anche dal Director, Office of Science del Dipartimento dell'energia Usa con $188.587.

Il Berkeley Earth Project è stato attaccato da alcuni blogger climatici che sottolineano che uno dei finanziatori sono le famigerate Koch Industries, che Greenpeace definisce «Il perno finanziaria della negazione della scienza del clima»,

Sul Guardiam Richard Muller, dice: «Spero che questo convinca gli scettici, non tanto i negazionisti che non prestano attenzione alla scienza, quanto quelli che in passato hanno avanzato dubbi legittimi: li abbiamo tutti presi in considerazione e studiati in maniera trasparente».

Le prime reazioni del mondo scientifico internazionale sono tra il molto incuriosito e l'entusiasta, ma alcuni scienziati hanno criticato il progetto e la decisione Muller di rendere noti i primi risultati prima della peer reviewed.

Peter Cox, professore di dinamica del sistema climatico alla Exeter University dice che «Questi studi sembrano confermare che il global warming stimato dai datasets esistenti, il che ci fa piacere ma non esattamente una sorpresa per quelli di noi che sanno con quanta cura sino stati messi insieme i datasets esistenti, E' sorprendente però che gli autori ritengono che questa notizia sia talmente significativa da non poter aspettare la peer review, specialmente perché le loro conclusioni non sono esattamente rivoluzionarie».

Jim Hansen, direttore del Nasa Goddard Institute for Space Studies, ha detto di essere contento che un fisico di altissimo livello come Muller stia studiando la questione della credibilità dei dati: «Dovrebbe aiutare a informare coloro che hanno un onesto scetticismo sul global warming. Naturalmente, presumendo che egli confermerà in sostanza quel che abbiamo già riferito, i negazionisti decideranno poi che è un truffatore o che ha qualche altro motivo. Come ho detto in passato, i negazionisti, o i "contrariano", se volete, non si comportano come gli scienziati, ma piuttosto come gli avvocati. Non appena vedono una prova contro il loro cliente (l'industria dei combustibili fossili e le persone che fanno soldi con il business-as-usual), dicono che sono spazzatura e non prove e portano avanti qualsiasi curiosità che possono trovare per confondere il giudice e la giuria»

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