c Dalla crisi alimentare mondiale si esce con l’agricoltura Bio: lo dice l’Onu - 15/06/2011 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 15/06/2011]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: Blogbiologico.it]
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Dalla crisi alimentare mondiale si esce con l’agricoltura Bio: lo dice l’Onu



Si parla tanto di nuova crisi alimentare, alti prezzi del cibo e bassi redditi per gli agricoltori e di come la soluzione sia l’iniezione tecnologica, soprattutto verso le agricolture più arretrate. Non è questa la ricetta corretta.
Alla Quarta Conferenza delle Nazioni Unite sui Paesi meno sviluppati, l’Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo, e il Programma ambientale dell’Onu (Unep) hanno lanciato il cortometraggio sul tema “Agricoltura biologica: una buona opzione per i Paesi meno sviluppati”.
Ancora più rivelante, un documento politico dell’Unctad su “Agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare nei Paesi meno sviluppati” chiede una “trasformazione fondamentale, anche una rivoluzione, in agricoltura”, al fine di affrontare i problemi nelle zone rurali delle nazioni meno sviluppate. “Questa rivoluzione non dovrebbe essere basata su input esterni costosi e importati. I governi spendono grandi quantità delle loro riserve in valuta straniera su prodotti chimici di sintesi, importandoli per oltre il 90% dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura”.
Al contrario, l’Unctad afferma che la trasformazione deve essere basata sull’agricoltura sostenibile, concentrandosi sull’intensificazione ecologica della produzione agricola, e non sulla chimica.
L’alternativa strategica, secondo l’Unctad, è, anche per i Paesi meno avanzati, l’agricoltura sostenibile, a partire dall’agricoltura biologica: compostaggio, pacciamatura, rotazione delle colture, consociazioni, approcci agro-forestali, controllo biologico dei parassiti, concimi verdi, riciclo dei nutrienti, integrazione di coltivazione e allevamento del bestiame, raccolta dell’acqua, uso e ulteriore sviluppo di varietà autoctone, sono citate nel documento come buone prassi agronomiche, ma, in fondo, anche economiche, sociali e politiche.
L’analisi Unep- Unctad che prende in esame 114 casi in Africa, rivela che l’adozione dell’agricola biologica ha portato all’aumento dei rendimenti del 116%. Inoltre, l’impatto positivo dura nel tempo, in quanto si basa sul rafforzamento dei cinque tipi di capitale rilevante per le comunità agricole: umano, sociale, naturale, finanziario e materiale. L’utilizzo di risorse locali, infatti, ha un effetto moltiplicatore positivo sull’economia locale attraverso la creazione di posti di lavoro e migliora i redditi e la sicurezza alimentare in tutta la comunità.
Nonostante gli evidenti vantaggi, però, sono pochi i donatori e i governi a prestare attenzione o fondi per sostenere lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile. Un’importante eccezione è il governo regionale del Tigray, in Etiopia, che fornisce servizi di consulenza in tecniche di agricoltura sostenibile, in particolare il compostaggio, la prevenzione dell’erosione del suolo e dell’acqua raccolta. Questa regione ha visto raddoppiare i raccolti e diminuire il ricorso all’agrochimica del 95%.

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