c Ogm, pesticidi ed eco soluzioni: gli italiani sono poco informati - 10/05/2011 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 10/05/2011]
[Categorie: Alimentazione ]
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Ogm, pesticidi ed eco soluzioni: gli italiani sono poco informati
Un recente sondaggio mostra come il 75% tema danni alla salute e il 55% non voglia assaggiare Ogm. Intanto in tavola finiscono pesticidi di vario genere.

Gli italiani non si fidano degli organismi geneticamente modificati, ma accettano (spesso inconsapevolmente) di mettersi in tavola cibi trattati con pesticidi.

La diffidenza nei confronti degli Ogm è stata analizzata in un sondaggio svolto da Interactive market research, che ha recentemente condotto una ricerca per il mensile Espansione, i cui risultati sono stati presentati in occasione di TuttoFood, mostra biennale dedicata ai professionisti del cibo.
  
Il sondaggio è stato realizzato su un campione rappresentativo di 1.000 persone, equamente distribuite per sesso, fascia d'età e composizione del nucleo familiare di appartenenza.
Scienza e agricoltura sono considerate complementari dal 90% degli intervistati e per l'86% la ricerca scientifica è importante. Il 74% considera i danni alla salute per chi mangia prodotti geneticamente modificati sicuri, probabili o comunque non da escludere, mentre il 55,8% non assaggerebbe un piatto Ogm e sarebbe molto in dubbio se gli fosse proposto dal suo ristorante preferito. Inoltre, per il 51,8% degli intervistati le regole europee sugli Ogm sono troppo permissive e il 64,8% ritiene che convengano solo alle multinazionali.
 
Emerge anche la necessità di migliorare l’informazione: il 58,5%, ad esempio, non sa che buona parte di latte e carne acquistati in Italia provengono da animali che molto probabilmente sono stati nutriti con Ogm, un fatto che mette a disagio il 50% dei consumatori. Per  l'88% è importante informarsi sui risultati raggiunti dalla ricerca scientifica, e, a questo proposito, appena il 26% ritiene sufficiente lo spazio che i mezzi d'informazione dedicano a questi temi.
 
La posizione è chiara: a primo impatto viene da scegliere il frutto naturale, cresciuto senza essere mai passato da un laboratorio.
 
Ma a questo punto sorge un dubbio: se la scienza è in grado di modificare un seme, rendendolo resistente ai parassiti, non comporterebbe forse meno rischi coltivare questo organismo geneticamente modificato, piuttosto che inondare la pianta di pesticidi e servirne i frutti - non Ogm - sulle tavole italiane?
 
Proprio in questo ambito si inseriscono due notizie recentissime: da una parte, le Nazioni Unite hanno messo al bando un insetticida impiegato in agricoltura, l’endosulfan, sostanza neurotossica a base di organoclorine, nota per causare danni alla riproduzione e allo sviluppo di animali ed esseri umani. Impiegato principalmente nelle coltivazioni di caffé, cotone e thé, questo pericoloso insetticida dovrà sparire dal 2012, soprattutto dalle aree agricole dei paesi in via di sviluppo, dove viene maggiormente utilizzato.
Ma c’è anche una buona nuova: un giovane esperto internazionale in tecnologia dei biopesticidi, Luca Ruiu, 35 anni, ha ideato un pesticida biologico, uno strumento con cui eliminare gli insetti infestanti che mettono a rischio una coltura, senza rappresentare un danno per l’ambiente nel quale vengono impiegati, salvando così la salute di piante e specie animali, uomo incluso. Il ricercatore ha quindi fondato Bioecopest, un innovativo business in grado di fornire una buona alternativa alla lotta chimica su terreni agricoli.

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