c Genocidio ambientale. La grande paura dei delegati africani - 14/12/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
Home Capitolo
APRE CAPITOLO RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
Invia questa notizia ai tuoi conoscenti
Home Sito
APRE IL SITO DI PROGETTO GAIA
[Data: 14/12/2010]
[Categorie: Pace ]
[Fonte: A sud]
[Autore: ]
Social network:                e decine d'altri attraverso addthis.com Tutti gli altri con: addthis.com 

Spazio autogestito Google


Genocidio ambientale. La grande paura dei delegati africani

[di Giuseppe De Marzo su ll'Unità del 8 dicembre 2010] Al foro globale per la vita e la giustizia ambientale e sociale si susseguono le attività. Si parla di migrazioni ambientali, difesa dei beni comuni, urbanizzazione selvaggia, impatto dei megaprogetti, diritti della natura. Si discute anche delle false soluzioni che arrivano dal palazzo della luna. È il caso degli agro combustibili, “inaccettabili in un mondo con un miliardo di morti di fame”, come afferma Paul Nicholson di Via Campesina. O per esempio del mercato del carbonio, di cui tanto si parla, che legittimerebbe l’idea folle del diritto ad inquinare e non affronterebbe la questione centrale della riduzione della CO2. “Stiamo vivendo un cambio enorme a livello planetario anche nel campo delle sinistre e dei movimenti. Sta nascendo un ecologica popolare che cambia l’orizzonte”, sostiene Andres Barreda, professore di economia della Unam e promotore dell’Anaa, l’assemblea nazionale delle vittime dei crimini ambientali. “La crisi ecologica determina circostanze che consentono la nascita di nuove reti nazionali ed internazionali impegnate sulla giustizia climatica, come il caso di voi italiani attraverso la Rigas. Non è solo una questione di distruzione di ecosistemi: qui è in gioco la vita delle persone”, aggiunge. Del resto la “contabilità” dei morti provocati dai cambiamenti climatici è già un incubo, figuriamoci se non si arresta la tendenza. I delegati africani al foro sono i più preoccupati. Il continente dov’è nata la vita potrebbe essere il primo a subire un vero e proprio “genocidio climatico”. Una denuncia forte e ben dettagliata che non lascia scampo a giochini o tatticismi. Lo dice anche il premio nobel per la pace Rigoberta Menchù, che ha ricevuto un dottorato in diritti umani alla Università Autonoma Metropolitana di Città del Messico. “Ricevo questo dottorato a nome di tutti i bambini che a causa del riscaldamento globale hanno perso la loro vita o la loro casa”, ha detto durante la premiazione.

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA "IO FACCIO LA MIA PARTE"

 

Per il nostro Emporio... clicca!CLICCA PER IL NOSTRO EMPORIO

 

Spazio autogestito Google