c Ogm, dibattito aperto in Vaticano - 02/12/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 02/12/2010]
[Categorie: Documenti;Alimentazione ]
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Ogm, dibattito aperto in Vaticano
Per un gruppo di scienziati della Pontificia Accademia delle Scienze "non ci sono pericoli" e sarebbero utili nei paesi poveri. La Santa Sede chiarisce che non è la posizione ufficiale né del Vaticano né dell'Accademia. Uno documento del Forum Barilla sulla nutrizione: "Mancano studi definitivi sugli effetti a lungo termine"

Un gruppo di scienziati della Pontificia Accademia delle Scienze ha dichiarato di essere favorevole all’utilizzo degli ogm. “Non ci sono pericoli intrinseci in queste tecniche” si legge nello studio 'Le piante transgeniche per la sicurezza alimentare nel contesto dello sviluppo', che è stato reso pubblico ieri ma presentato alla cinque giorni di studi organizzata dal 15 al 19 maggio 2009 dalla stessa Accademia.

La Santa Sede si affretta a chiarire che la posizione del documento non è quella del Vaticano né della Pontificia Accademia, ma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi precisa in una nota che "alla settimana di studio hanno partecipato "40 studiosi, sette dei quali accademici pontifici, fra cui l'allora presidente prof. Nicola Cabibbo. Gli altri esperti partecipanti erano esterni". 
 
Il documento conclusivo di quel consesso, chiarisce Lombardi, "non deve essere considerato come statement della Pontificia Accademia delle Scienze, poiché l'Accademia come tale, che conta 80 membri, non è stata consultata su di esso, né è in programma una tale consultazione. Tanto meno, quindi, lo Statement può essere considerato come una posizione ufficiale della Santa Sede o del magistero della Chiesa sull'argomento".
 
Il documento in questione indica che le colture transgeniche avrebbero una maggiore resistenza agli erbicidi e sono più ricche di nutrienti quindi, è la coclusione, "in conformità con le recenti scoperte scientifiche, vi è un imperativo morale ad estendere ai poveri e alle popolazioni più vulnerabili che li desiderano i benefici di questa tecnologia su più vasta scala e secondo condizioni che permetteranno loro di aumentare il tenore di vita, migliorare la salute e proteggere l'ambiente".
 
L’oncologo Umberto Veronesi, senatore Pd, si schiera dalla parte della Pontificia Accademia delle Scienze e dice che il problema "vero per soddisfare la fame nel mondo è che siamo sette miliardi di abitanti nel Pianeta; un miliardo ha il problema dell'eccesso di alimentazione mentre gli altri sono sottonutriti". Il futuro della civiltà e il compito della politica consistono, spiega Veronesi, nello smussare questo gap. "Il dibattito sugli Ogm è tipicamente italiano - conclude - laddove nel mondo sono già milioni gli ettari coltivati con queste biotecnologie".
 
Mentre l'ex ministro della Sanità si dichiara pro ogm, un rapporto presentato al secondo Forum internazionale della Barilla center for food and nutrition (Bcfn) in corso a Milano, arriva a conclusioni tutt’altro che univoche: "Ad oggi gli studi scientifici realizzati a livello internazionale non mostrano evidenze di effetti acuti sulla salute dell'uomo, almeno nel breve termine. Nel lungo termine non ci sono elementi che possano far temere effetti negativi, anche se mancano studi che diano conferme definitive".
 
Il documento prosegue chiarendo il fatto che nelle condizioni attuali è difficile che gli Ogm riescano a risolvere il problema dell’accesso al cibo delle popolazioni che vivono nei paesi in via di sviluppo, questo perché sono stati pensati per l’agricoltura intensiva dei paesi del Nord del mondo: "È facile intuire lo scarso interesse dell'industria verso prodotti o tecnologie da destinare ad aree marginali, che invece sono quelle dove l'incidenza di insicurezza alimentare è maggiore". Il dibattito sugli organismi geneticamente modificati rimane aperto, ma gli italiani non li vogliono e in Europa la superficie coltivata con queste sementi è diminuita del 12% nell’ultimo anno.

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