c Meno Co2 e pių investimenti, ecco il piano di Greenpeace per il clima - 02/12/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 02/12/2010]
[Categorie: Ecologia ]
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Meno Co2 e pių investimenti, ecco il piano di Greenpeace per il clima
Suggerito alle delegazioni a Cancun, per un post-Kyoto vincolante

ROMA - Impegni precisi e vincolanti su quattro punti fondamentali: emissioni, investimenti, foreste e accordo post Kyoto. Sono le richieste di Greenpeace ai Grandi della Terra, che oggi a Cancun aprono i lavori del vertice Onu sui cambiamenti climatici. L'associazione ambientalista propone quindi ai rappresentanti dei governi "un piano d'azione per risolvere le principali questioni ambientali". Ecco di seguito, punto per punto, il piano 'salva clima' di Greenpeace:

TAGLIO DELLE EMISSIONI: i Paesi industrializzati devono impegnarsi a ridurre le proprie emissioni tra il 25 e il 40% entro il 2010 rispetto al 1990, a prescindere dalle future politiche dei Paesi emergenti. Attualmente, con i tagli previsti dall'Unione europea e da altri Paesi, il proposito assunto a Copenhagen di contenere l'aumento della temperatura media entro i 2 gradi non potra' mai essere rispettato;

MAGGIORI INVESTIMENTI: i Paesi ricchi devono farsi carico di gran parte degli investimenti richiesti per de-carbonizzare l'economia e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sui Paesi poveri. A Cancun chiediamo che venga istituito un Fondo per il Clima gestito dall'Onu da alimentare, per esempio, con una tassa sulle emissioni aeree e navali. Č necessario un livello di investimenti globale pari a 100 miliardi di dollari, per consentire a tutti i Paesi emergenti di raggiungere l'obiettivo comune di riduzione delle emissioni;

UN ACCORDO QUADRO PER LE FORESTE E CHI LE ABITA: a Cancun dovrebbe essere approvato in via definitiva il sistema Redd (Riduzione delle emissioni dalla deforestazione e degradazione) attraverso il quale contabilizzare e premiare la mancata deforestazione degli ultimi polmoni verdi del Pianeta. Greenpeace non e' contraria a questo nuovo sistema, ma chiede trasparenza e rispetto per le popolazioni indigene che, da sempre, abitano le foreste primarie e ne utilizzano le risorse in maniera intelligente e sostenibile. Per questo, deve essere istituito un Fondo Onu a salvaguardia di tali habitat e del loro potenziale climatico;

ACCORDI VINCOLANTI POST-KYOTO: il Protocollo di Kyoto scadra' nel 2012. Ancora oggi rappresenta l'unico esempio di accordo vincolante per gran parte delle nazioni del nostro Pianeta.

Greenpeace chiede di creare le basi affinche', entro il prossimo vertice di Durban nel 2011, si giunga all'approvazione di un nuovo Accordo vincolante, perche' occorre un patto con obiettivi certi e vincolanti per le parti firmatarie, unico strumento in grado di spingere le Nazioni verso scelte coraggiose. Greenpeace ritiene che la Cina e l'Ue devono essere parte di un accordo globale. La Cina e' perfettamente in grado di assumere una posizione di rilievo nella lotta al cambiamento climatico. Quanto all'Ue, essa e' gia' vicina a raggiungere il suo obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni, al 2020, che potrebbe facilmente modificare verso un obiettivo di riduzione piu' ambizioso, del 30%.

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