c L’ Artico senza ghiaccio - 02/12/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
Home Capitolo
APRE CAPITOLO RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
Invia questa notizia ai tuoi conoscenti
Home Sito
APRE IL SITO DI PROGETTO GAIA
[Data: 02/12/2010]
[Categorie: Scienza ]
[Fonte: Climalteranti]
[Autore: ]
Social network:                e decine d'altri attraverso addthis.com Tutti gli altri con: addthis.com 

Spazio autogestito Google


L’ Artico senza ghiaccio
Il ghiaccio estivo nell’oceano artico diminuisce rapidamente e molti ne prevedono la scomparsa nel giro di pochi decenni. I dati recenti e le ricostruzioni del passato sembrano confermare questa ipotesi.

Parlare di Artico senza ghiaccio causa spesso reazioni indignate e accuse di catastrofismo. Eppure, tutti sappiamo che è già successo di avere l’Artico senza ghiaccio estivo nel passato. Sappiamo che è possibile, resta da capire quali sono le condizioni che possono portare a questo evento.
Ci sono chiare indicazioni (Polyak et. al 2010) che lo stato attuale, caratterizzato da ghiaccio artico permanente, si è instaurato all’inizio del Pleistocene, circa tre milioni di anni fa. L’alternanza di periodi glaciali e interglaciali, dovuti ai cicli orbitali, si riflette sull’estensione del ghiaccio artico marino. Durante alcune fasi interglaciali, infatti, la temperatura media globale è stata anche diversi gradi superiore a quella attuale, la qual cosa ha prodotto la scomparsa del ghiaccio estivo.

La causa principale delle espansioni e ritiri dei ghiaccio marino nell’artico si pensa sia l’insolazione estiva alle alte latitudini, anche se effetti regionali, come ad esempio la presenza di grandi ghiacciai terrestri, possono produrre disuniformità geografiche e spostamenti temporali all’interno della stessa regione artica (Kaufman et al 2004). L’ultimo massimo di insolazione dell’emisfero nord è avvenuto circa diecimila anni fa. Il clima era generalmente più caldo di quello attuale, anche se non uniformemente, e la temperatura a nord di 60° di latitudine (emisfero nord) era un paio di gradi superiore alla media del ventesimo secolo (Kaufmann 2004).

In una recente review sulla variabilità del ghiaccio artico, l’autore suggerisce che “la copertura stagionale dei ghiacci artici è stata fortemente ridotta durante tutto il primo Olocene e sembra ci siano stati periodi estivi liberi dai ghiacci nell’Oceano Artico centrale”. Questa scoperta abbasserebbe la “soglia” di temperatura, per avere delle estati senza ghiaccio, ad un paio di gradi oltre la media del secolo scorso.

L’idea di condizioni così vicine per avere l’Artico senza ghiaccio estivo potrebbe sembrare sorprendente. In fondo, le proiezioni dell’IPCC sull’estensione del ghiaccio artico estivo, benché mostrino una complessiva diminuzione, non fanno pensare ad un’assenza di ghiaccio estivo fino ad almeno la fine del ventunesimo secolo (Fig. 1).

Fig. 1: estensione del ghiaccio artico a settembre misurata (rosso) e proiezioni dell’IPCC (Copenhagen Diagnosis 2009)

.

Ma, come mostrato nella stessa figura, la media delle proiezioni non è molto in accordo con il mondo reale. Misure di estensione (curva rossa, aggiornata al 2008) mostrano infatti che, negli ultimi 30 anni, si è avuta una diminuzione decisamente maggiore rispetto alle proiezioni modellistiche riportate dall’IPCC. Gli stessi modelli, presi singolarmente, mostrano però, che “brusche riduzioni sono una caratteristica comune di queste simulazioni per il ventunesimo secolo”. La causa di queste brusche riduzioni viene identificata nel feedback dell’albedo del ghiaccio e in un aumento nel trasporto del calore oceanico.

Una delle prevedibili conseguenze del feedback dell’albedo è che il valore dell’estensione del ghiaccio in settembre dovrebbe con il tempo ridursi più rapidamente. Quando l’estensione residua dei ghiacci marini estivi diventa piccola l’effetto di amplificazione si riduce, per cui anche il tasso di decrescita si riduce. Possiamo facilmente verificare a che punto siamo guardando i dati del NSIDC sull’estensione del ghiaccio a settembre.

Dati NSIDC sull’estensione in settembre (nero) con un fit polinomiale del secondo ordine (rosso).

.

Il fit lineare (non mostrato) fornisce un trend negativo di ottantamila chilometri quadrati l’anno, cioé circa il 12% per decennio rispetto alla media su tutto il periodo. Ma l’analisi dei residui mostra l’inadeguatezza del fit lineare, e che un polinomio del secondo ordine è più appropriato; quest’ultimo è mostrato in figura in rosso. Possiamo quindi dire che, in relazione al periodo 1979-2010, siamo in presenza di un trend negativo in accelerazione.

Concludendo, sappiamo che un Mar Glaciale Artico libero dal ghiaccio estivo è possibile, che non richiede temperature estremamente alte, che non siamo molto distanti da quel momento, e che il trend negativo sta accelerando. Quindi, perché dovrei sorprendermi quando qualche glaciologo sostiene che, nel giro di pochi decenni, potremo facilmente raggiungere il Polo via mare a settembre?

.

Testo di Riccardo Reitano

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA "IO FACCIO LA MIA PARTE"

 

Per il nostro Emporio... clicca!CLICCA PER IL NOSTRO EMPORIO

 

Spazio autogestito Google