c Rapporto del Mit sbaglia i calcoli dei costi dei reattori nucleari - 23/09/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 23/09/2010]
[Categorie: Documenti;Economia ]
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Rapporto del Mit sbaglia i calcoli dei costi dei reattori nucleari

LIVORNO. Il Massachusetts institute of technology (Mit), questa volta non avrebbe tenuto fede alla sua fama di imparzialità e rigore scientifico. Un suo studio intitolato "The Future of the Nuclear Fuel Cycle" è accusato dal Nuclear information and resource service (Nirs) di utilizzare «Un'insostenibile stima dei costi di costruzione dei reattori, minore di quella raccomandata per i sussidi dei contribuenti per i nuovi reattori nucleari che invece dovrebbero essere aumentati e accelerati». Gli Usa nel 2004 consumavano 4.000 miliardi di kWh, nel 2008 una centrale nucleare statunitense produceva in media circa 12,4 miliardi di kWh. Attualmente gli Usa hanno 65 centrali nucleari con 104 reattori operativi che producono 808,97 miliardi di kWh, circa il 20% dell'elettricità del Paese.

Il direttore del Nirs, Michael Mariotte, la prende con ironia: «non consiglierei certo al Congresso di seguire la raccomandazione del Mit, in quanto lo studio si basa su una stima del costo di costruzione di nuovi reattori che è del 50 % o più al di sotto delle stime dei costi attuali. Il ricorso a tali stime si trasformerebbe in un piano di salvataggio a rischio esorbitante dei contribuenti delle ricche compagnie dell'energia nucleare. Il Congresso deve avere numeri reali, quando prende in considerazione di spendere il denaro dei contribuenti, non le fantasie dell'industria nucleare».

Ma cosa ha detto la Mit Energy Initiative di tanto clamoroso sui costi del nucleare? Intanto il suo rapporto prevede di accelerare ed espandere le sovvenzioni pubbliche per i primi 7 - 10 nuovi reattori, ma si basa su un costo di costruzione stimato di 4.000 dollari/kWh, cioè circa 4 miliardi dollari per un reattore da1.000 Megawatt. Per Mariotte «Questo è un notevole difetto in quello che viene propagandato come uno studio di esperti. Anche un esame superficiale della letteratura rileva che non è arrivata negli Stati Uniti nessuna nuova proposta di reattore nucleare per 4.000 $/kW. Nel mondo reale le stime vanno da 6.000 a 9,000 $/kw, dal 50% a più del 100% superiore a quello dello studio del Mit. Sulla base di questo tipo di stime, non avrebbe senso per i contribuenti sostenere tutta l'industria nucleare. I nuovi reattori non saranno economici ed i prestiti taxpayer loans sarebbero troppo rischiosi».

Eppure il Mit assicura addirittura di aver adottato per lo studio una visione "olistica" che comprende l'intero ciclo di vita del nucleare, dalle miniere di uranio alla dismissione delle centrali, allo smaltimento delle scorie, giungendo alla conclusione che «Le forniture di uranio non limiteranno l'espansione dell'energia nucleare negli Stati Uniti o in tutto il mondo per il prossimo futuro».

Il Mit propone come alternativa un enriched uranium-initiated breeder reactor che non produrrebbe nessun materiale nucleare eccesso: «Si tratta di un ciclo molto più semplice e più efficiente del self-sustaining fuel cycle». Una soluzione miracolosa che addirittura impedirebbe la proliferazione di armi nucleari utilizzando un combustibile inadatto alla loro produzione. Ma come scrive lo stesso Mit: «Una delle principali conclusioni del rapporto è che sono necessarie ulteriori ricerche prima che tali decisioni possono essere prese».

Invece il Nirs snocciola diversi casi concreti che contraddicono clamorosamente le cifre al ribasso del MIt per i reattori nucleari esistenti: Il costo stimato per Calvert Cliffs 3 è intorno ai 10 miliardi $, secondo quanto ha detto lo stesso amministratore delegato di Constellation Energy, Mayo Shattuck, alla Maryland Public service commission nel marzo 2009. Cioè 6.000$/kw per un reattore da 1.600 MW. Sul sito web dalla Ppl si legge che un reattore identico a quello di Calvert Cliffs-3, costerebbe 13 - 15 miliardi di dollari, o circa 8000 - 9.000$/kW, compresi i costi di finanziamento. Nel settembre 2008 la Florida Public service commission aveva stimato il costo del nuovo reattore di Turkey Point in 8.200 $/kw. I reattori di Vogtle della Southern Company in Georgia, che dovrebbero ricevere i primi prestiti previsti da Obama per il nucleare Usa, si dice costeranno circa 6.200 $/kw.

Anche Wall Street contraddice in pieno le cifre fornite dal Mit: un rapporto dell'ottobre 2007 dell'Investor Service di Mody prevedeva costi tra 5 e 6.000 $/kW, che meno di un anno dopo, nel maggio 2008, Moody diceva che «Potenzialmente potrebbero raggiunge oltre 7.000 $/kW». Nell'ottobre 2008, Standard & Poor's, citando la Federal Energy regulatory commission Usa, prevedeva costi che variavano da 5 a 8.000 $/kw.

«Lo studio del Mit rileva giustamente che "i costi dell'elettricità nucleare sono spinti dagli elevati costi di up-front capital", mentre i costi del gas naturale e del carbone sono più dipendenti dal costo del carburante - dice Mariotte - Quindi, sottovaluta enormemente i costi capitale del nucleare e fa una rappresentazione grossolanamente alterata dei costi dell'energia elettrica per il consumatore, se si costruissero i reattori nucleari, così come sottovaluta il rischio dei nuclear loans per il contribuente».

Inoltre lo studio del Mit mette a confronto i costi del nucleare solo con quelli del gas e del carbone e non con le energie alternative come l'eolico, il solare, la geotermia e le tecnologie per l'efficienza e il risparmio energetici. Secondo il Nirs «Alcune di queste alternative, come l'eolico e l'efficienza energetica, sono già molto più economiche dell'energia nucleare e il solare è in rapida diminuzione dei prezzi, mentre aumenta la sua efficienza.

Pochi giorni fa il National renewable energy laboratory del Dipartimento dell'energia Usa ha pubblicato un rapporto dettagliato sul potenziale delle risorse eoliche offshore negli Stati Uniti, rilevando che da solo il vento offshore potrebbe produrre più di quattro volte l'intera richiesta di elettricità degli Usa.

Ma il veleno del Nirs sul rapporto arriva alla fine: Mariotte ha reso noto quanto scritto nello studio del Mit che riconosce il «Generoso sostegno finanziario dell'Electric power research institute (Epri) e dell'Idaho national laboratory, del Nuclear energy institute, di Areva, GEHitachi, Westinghouse, Energy Solutions e Nuclear Assurance Corporation». Mariotte sottolinea che «Areva, GEHitachi e Westinghouse sono tre venditori di reattori che sperano nel denaro dei contribuenti per pagare i loro prodotti. È' quanto meno sospetto che lo studio abbia sostenuto i loro obiettivi con una stima dei costi che semplicemente non regge alla verifica».

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