c Vegetariani e vegani sono più sensibili alla sofferenza umana e degli animali - 15/09/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 15/09/2010]
[Categorie: Scienza ]
[Fonte: Corriere.it]
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Vegetariani e vegani sono più sensibili alla sofferenza umana e degli animali
Studio del San Raffaele e delle università di Genova e di Maastricht: «Differenze a livello del cervello»

MILANO - Chi mangia solo verdure ed evita la carne e i prodotti derivati da animali, come i vegetariani e i vegani, è maggiormente «empatico» verso la sofferenza umana e animale rispetto a chi invece mangia di tutto. Lo hanno dimostrato recentemente i ricercatori del San Raffaele di Milano, in collaborazione con quelli delle Università di Ginevra e Maastricht.

DIFFERENZE NEL CERVELLO - La differenza tra amanti della carne e vegetariani sarebbe addirittura evidente a livello del cervello: secondo lo studio, coordinato da Massimo Filippi e da Mara Rocca, «l'attività encefalica degli individui che hanno deciso di escludere dalla loro dieta, in parte o completamente, l'utilizzo di derivati animali per ragioni etiche, coinvolge differenti circuiti neurali in seguito all'osservazione di scene di sofferenza umana o animale rispetto a quanto accade in chi non ha compiuto tale scelta».

LO STUDIO - I ricercatori hanno studiato 20 persone onnivore, 19 vegetariani e 21 vegani durante la visione di immagini di esseri umani o animali in situazioni di sofferenza. Gli scienziati hanno evidenziato, tramite risonanza magnetica funzionale, che rispetto a soggetti onnivori «i vegetariani e i vegani presentano una maggiore attivazione di aree del lobo frontale del cervello associate allo sviluppo e alla percezione di sentimenti empatici, indipendentemente dal fatto che le scene di sofferenza prevedessero il coinvolgimento di umani o di animali».

DIVERSAMENTE VEG - Ma anche tra vegetariani e vegani il cervello presenta qualche differenza: «durante l'esperimento, i vegetariani presentavano una maggiore attivazione del cingolo anteriore, che potrebbe riflettere una maggiore attenzione verso gli stimoli presentati nel tentativo di controllarne l'impatto emotivo. I vegani attivavano invece maggiormente il giro frontale inferiore, bilateralmente». Quest'ultima area cerebrale «si ritiene essere coinvolta non solo in processi inibitori durante stimolazioni cognitive ed emotive - concludono gli esperti - ma anche in fenomeni di condivisione delle emozioni. Questo potrebbe indicare comunque una tendenza da parte di individui vegani ad identificarsi non solo con gli esseri umani, ma anche con gli animali, al fine di comprenderne le emozioni e di condividerle».

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