c Da Tokyo arriva la condanna all’attivista di Sea Shepherd - 08/07/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 08/07/2010]
[Categorie: Animali ]
[Fonte: Terra]
[Autore: Paolo Tosatti]
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Da Tokyo arriva la condanna all’attivista di Sea Shepherd
Due anni di galera con la sospensione condizionale. Questa la sentenza del tribunale che ha processato ieri Peter Bethune, giudicato colpevole di «sabotaggio» per un assalto a una baleniera.

Due anni di prigione che non sconterà per via della sospensione condizionale. Sarebbe potuta andare peggio a Peter Bethune, l’attivista del gruppo ambientalista Sea Shepherd che è stato condannato ieri dal tribunale distrettuale di Tokyo per “l’assalto” condotto alla baleniera Shonan Maru 2 lo scorso febbraio.
L’uomo, un neozelandese di 45 anni, era accusato di essersi introdotto senza autorizzazione nella nave e di aver ferito al volto un marinaio giapponese scagliandogli contro una bottiglia piena di burro rancido. Secondo la linea difensiva Bethune sarebbe salito sulla nave per chiedere al capitano il conto per la distruzione del proprio trimarano, l’Ady Gil, tranciato in due dalla baleniera alcune settimane prima; arrivato sul ponte l’attivista avrebbe avuto una piccola colluttazione con l’equipaggio, da cui sarebbe stato poi preso in consegna.

Di tutt’altro avviso è stato però il collegio giudicante, il cui presidente Takashi Tawada ha parlato espressamente di “sabotaggio”, andando incontro all’opinione preponderante diffusa nel pubblico giapponese, che non ha mai smesso di considerare quella di Bethune come un’azione dimostrativa condotta nell’ambito della campagna di protesta nelle acque antartiche messa in piedi da Sea Shepherd contro la pratica della caccia ai cetacei. La sentenza di due anni di carcere è stata mitigata solo dal passato completamente incensurato dell’attivista, che ha spinto le autorità a stabilire la sospensione condizionale della pena.

Il processo, il primo del genere ad essere celebrato sull’arcipelago, ha ricevuto in tutto il Paese del Sol Levante una straordinaria copertura mediatica. La maggioranza della popolazione nipponica continua a considerare la pesca delle balene come parte della propria tradizione, e si è più volte dimostrata pronta a schierarsi contro Paesi, governi, organizzazione o gruppi di attivisti impegnati a tentare di bloccare questa pratica. All’uscita dal tribunale infatti una trentina di dimostranti ha circondato Bethune, cantando slogan e mostrando cartelli che chiedevano una pena capitale per l’uomo, definito «un terrorista».

Nelle scorse settimane la Sea Shepherd aveva preso le distanze dall’operato dell’attivista, sottolineando che portando con sé armi come arco e frecce nella missione in Antartico l’uomo aveva violato le regole dell’organizzazione. Tuttavia in un comunicato rilasciato ieri il gruppo ha definito «ridicola» la sentenza, sottolineando che Bethune sarà «accolto dalla Nuova Zelanda come un eroe nazionale» ed esprimendo il proprio «appoggio al suo operato». Secondo quanto riferito da diversi giornali nipponici, l’uomo dovrebbe essere rimpatriato nel giro di poco tempo nel suo Paese d’origine.

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