Il nucleare dei vescovi: ciò che l'Avvenire tace su Flamanville - 15/06/2010 (Rassegna Stampa

«L’atomo del futuro sta nascendo qui e sarà, dicono gli esperti, molto più sicuro e conveniente rispetto al passato»; così scrive il quotidiano dei vescovi italiani l'Avvenire, in un articolo promozionale del nucleare francese, parlando del nuovo reattore EPR in costruzione a Flamanville, sulla Manica.

Sono rimasto molto perplesso nel vedere questo assist episcopale all'industria nucleare; nella mia persistente "ingenuità", pensavo che la CEI non si immischiasse in queste faccende... ma evidentemente questa non è più la Chiesa che ho conosciuto un tempo.

Secondo l'Avvenire, l'atomo sicuro di Flamanville potrebbe diventare un modello per l'Italia. Più scajolani di così...

Peccato che la realtà sia un po' meno rosea di come viene dipinta dai teo-nukes:

almeno un anno (ma forse due o tre) di ritardo sulla fine dei lavori;
aumento del 20% dei costi di produzione;
mancanza di rispetto per i diritti dei lavoratori al punto che recentemente sono stati proclamati ben 5 giorni di sciopero;
moltiplicazione di problemi alle vecchie unità 1 e 2 di Flamanville, che hanno dovuto interrompere la produzione di energia; il 29 settembre un lavoratore è stato colpito da radiazioni ben oltre il consentito;
alla faccia del "conveniente", Electricité de France sarà costretta ad aumentare le tariffe ;
alla faccia del "sicuro", i reattori di nuova generazione producono una maggiore quantità di trizio radioattivo; l'autorità per la sicurezza nucleare ha proposto di aumentare del 30% la quantità di Trizio ammessa in mare , cosa che ha fatto giustamente imbufalire diverse associazioni ambientaliste.

Se i giornalisti dell'Avvenire si fossero dati la pena di fare una ricerca di una decina di minuti in Google, si sarebbero risparmiati la figuraccia di scrivere scempiaggini di ogni genere; purtroppo sembra che abbiano deciso di fare da portaborse ai nuclearisti, iniziando a preparare alla lontana l'opinione pubblica cattolica, in vista di un eventuale referendum.

Al contrario, forse sarebbe davvero il caso di dire non possumus...