c Usa, centrali colabrodo - 12/05/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 12/05/2010]
[Categorie: Documenti;Ecologia ]
[Fonte: Terra]
[Autore: Diego Carmignani]
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Usa, centrali colabrodo
NUCLEARE. Un impianto americano su quattro perde trizio, sostanza radioattiva e cancerogena. L’ennesima falla a Oyster Creek nel New Jersey, il più antico sito atomico. Raggiunte e contaminate le falde acquifere.

Gli incubi d’America non finiscono mai, in questi ultimi tempi. A marea nera, talebani pakistani e crack finanziari si aggiunge un nuovo spettro, tutto fatto in casa. La più antica centrale nucleare del Paese, quella di Oyster Creek, messa in funzione nel 1969 e situata nel New Jersey, è l’ultima nella lunga lista di impianti statunitensi a far registrare una pericolosa perdita. La minaccia in questione è costituita dal trizio, iniziato a fuoriuscire dalle tubature già un anno fa.

Detto comunemente “acqua super-pesante”, il trizio è un isotopo dell’idrogeno sottoprodotto nelle reazioni nucleari, altamente radioattivo e collegato all’insorgere del cancro se ingerito, inalato o assorbito in grande quantità attraverso la pelle. La pessima notizia è che la sostanza è riuscita a raggiungere la falda sotterranea d’acqua che alimenta il principale acquedotto della parte meridionale del New Jersey. Un allarme che arriva immediatamente dopo il via libera con cui le autorità avevano accordato alla società Exelon, proprietaria dell’impianto, di prolungarne l’operatività fino al 2029.

Ora, il dipartimento per l’Ambiente ha appurato che il contenimento della perdita non è stato attuato con successo: il trizio continua a diffondersi sottoterra 30-90 centimetri circa al giorno, in direzione dei pozzi da cui proviene l’approvvigionamento dell’acqua, che rischiano di essere contaminati entro 15 anni. Come contromisura, anche se non c’è immediato rischio per l’acqua potabile, il dipartimento ha ordinato alla Exelon di monitorare la perdita e di mettere a punto un progetto che scongiuri una contaminazione che può essere quantificata come 50 volte più alta del limite concesso dalla legge. Purtroppo quello di Oyster Creek non è un caso isolato. Giusto due mesi fa, i livelli di trizio radioattivo hanno intaccato una falda acquifera sotto la vecchia centrale nucleare di Vermont Yankee, costruita a 500 metri da una scuola elementare.

Medesime perdite sono state riscontrate nell’impianto di Oconee, in South Carolina la scorsa settimana. Secondo fonti ufficiali, ben un quarto delle centrali americane, 27 su 104, ha fatto registrare perdite di trizio. Segno di come gli impianti nucleari, vecchi o nuovi che siano, hanno rischi incontrollabili e difficili da predire. Una situazione che non può far dormire sonni tranquilli nemmeno alle generazioni future, ora che, a distanza di di trent’anni, il nuovo presidente Barck Obama ha commissionato nuove centrali atomiche per oltre 8 miliardi di dollari. In Georgia sorgeranno i primi impianti su suolo americano dal 1979, quando i progetti di sviluppo furono bloccati per l’incidente a Three Mile Island.

E poi c’è la questione scorie. Obama, come aveva promesso in campagna elettorale, ha tagliato tutti i finanziamenti per il più grande deposito di rifiuti radioattivi d’America, individuato nel 2002 sotto Yucca Mountain, nel Nevada meridionale. Ma una soluzione alternativa allo spinoso problema stoccaggio, dal neo-presidente, ancora non è arrivata.

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