c Banktrack: anche IntesaSanpaolo e UniCredit sotto esame nei 'settori sensibili' - 12/05/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 12/05/2010]
[Categorie: Pace ]
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Banktrack: anche IntesaSanpaolo e UniCredit sotto esame nei 'settori sensibili'

La copertina del rapporto “Close the Gap

La rete di Ong europee Banktrack, della quale fa parte anche l’italiana CRBM, ha reso pubblico nelle scorse settimane il suo nuovo rapporto “Close the Gap” (in inglese .pdf) in merito alle politiche sugli investimenti e alla qualità dei prestiti dei 49 principali istituti di credito mondiali.

Sette i campi d’azione delle banche tenuti in considerazione (si tratta dei settori: agricultura, attività estrattive, foreste, industria militare e commercio di armamenti, settore energetico, petrolio e gas, pesca) e ben nove le tematiche sensibili analizzate (diritti umani, biodiversità, cambiamenti climatici, corruzione, lavoro, popolazioni indigene, presenza in zone di conflitto, tasse, sostanze tossiche) analizzate dal punto di vista della responsabilità (accountability) e della trasparenza (transparency).

"I risultati dello studio sono tutt’altro che incoraggianti - commenta la CRBM. Anche considerando che a essere valutate sono state le politiche esistenti e non la loro applicazione, che non sempre rispecchia l’impegno preso in prima istanza dalle banche. Per Jora Volterink, principale estensore del rapporto “Nonostante la confusione e l’incertezza creata dalla crisi, alcuni istituti di credito hanno messo in piedi delle linee guida all’insegna della sostenibilità, però se si eccettuano dei casi virtuosi, il quadro di insieme non è esaltante”.

Rispetto al 2007, sono aumentate le banche che rendono pubbliche le loro politiche – sul commercio delle armi e sul settore estrattivo siamo passati rispettivamente dal 27 al 49 per cento e dal 9 al 22 per cento. Tuttavia nessuno dei 49 soggetti esaminati ha delle linee guida su tutti i settori e le questioni indicate in “Close the Gap” e in generale anche lì dove presenti, tali politiche si meritano un giudizio molto negativo: su una scala da uno a cinque la maggior parte prende il voto più basso, specialmente sulla corruzione. Su 49 banche, 28 hanno provato a darsi delle regole sugli investimenti che possono avere degli impatti diretti sui cambiamenti climatici. Ma la loro azione al riguardo è ampiamente deludente e inadeguata.

“Per intraprendere la retta via servono più politiche sostenibili e una loro corretta applicazione” ha affermato Johan Frijns, coordinatore di Banktrack. “Continuando di questo passo non si farà abbastanza per tutelare gli interessi delle popolazioni locali e dell’ambiente”. Da qui l'invito della campagna alle banche a "colmate il gap"

Tra le banche prese in esame figurano anche le italiane IntesaSanpaolo e UniCredit, e anche gruppi esteri ampiamente presenti in Italia per aver acquisito banche italiane come il BNP Paribas (che ha acquisito la BNL), Crédit Agricole (che ha acquisito Cariparma e FriulAdria) e Deutsche Bank (che ha acquisito la Popolare di Lecco) per citare solo le principali. Nessuna risposta finora da parte delle banche italiane al rapporto di BankTrack.

Considerando che la miglior attività (per criteri di responsabilità e di trasparenza) di una banca è premiata con un punteggio più alto le due banche italiane appaiono con i seguenti punteggi (da 0 a 5):

IntesaSanpaolo, circa i settori: Agricultura (0); Attività estrattive (1); Foreste (0): Industria militare e commercio di armamenti (1); Settore energetico (1); Pesca (0); Petrolio e gas (1). Circa le politiche su tematiche sensibili: Biodiversità (1); Cambiamenti climatici (1); Corruzione (1); Diritti umani (1); Lavoro (2); Popolazioni indigene (1); Presenza in zone di conflitto (0); Tassazione (0); Sostanze tossiche (1).

UniCredit Group, circa i settori: Agricultura (0); Attività estrattive (1), Foreste (0), Industria militare e commercio di armamenti (3); Settore energetico (1); Pesca (0); Petrolio e gas (1). Circa le politiche su tematiche sensibili: Biodiversità (1); Cambiamenti climatici (1); Corruzione (1); Diritti umani (1); Lavoro (1); Popolazioni indigene (1); Presenza in zone di conflitto (0); Tassazione (0); Sostanze tossiche (1).

Relativamente buono rispetto alla media delle altre banche, il punteggio delle due banche italiane per quanto riguarda la responsabilità (accountability) (IntesaSanpaolo ha 2 punti. UniCredit ha 1 punto), ma soprattutto la trasparenza (IntesaSanpaolo ha 3 punti, UniCredit ha 2 punti).

Le altre banche citate nel rapporto sono: ABN Amro, ANZ, Banco Bradesco, Banco do Brasil, Bangkok Bank, Bank of America, Bank of China, Bank of Tokyo- Mitsubishi, Barclays, BBVA, China Construction Bank, Citibank, Commonwealth Bank, Credit Suisse, DekaBank, Dexia, Fortis Bank Nederland, Goldman Sachs, HSBC, Industrial and Commercial Bank of China, China Industrial Bank, ING,, Itaú Unibanco, JPMorgan Chase, KasikornBank (Thailand), KBC, Mizuho, Morgan Stanley, National Australia Bank, Natixis, Nedbank, Nordea, Rabobank, RBC, RBS, Santander, Standard Chartered Bank, Scotiabank, Sumitomo Mitsui Banking Corporation, Société Générale, Standard Bank, UBS, WestLB, Westpac. [GB]

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