c Un rapporto Onu lancia l’allerta: “Con la perdità di biodiversità ci sono rischi per l’economia mondiale” - 11/05/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 11/05/2010]
[Categorie: Sostenibilità ]
[Fonte: Equo]
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Un rapporto Onu lancia l’allerta: “Con la perdità di biodiversità ci sono rischi per l’economia mondiale”

Assemblea generale OnuI sistemi naturali che sostengono l’economia globale sono a rischio di “collasso” a causa dell’accelerazione della perdita della biodiversità, secondo il Global Biodiversity Outlook del Programma ambientale Onu. La terza edizione del rapporto Unep, che si basa su una serie di recenti studi scientifici e di contributi nazionali, conferma che il mondo mancherà l’obiettivo di ridurre la perdita di biodiversità entro quest’anno e avverte che il ritmo con il quale si sta disperdendo il patrimonio biologico delle specie animali e vegetali potrebbe cominciare ad avere un impatto economico di rilievo.

“L’umanità si è fabbricata l’illusione che in qualche modo ce la possiamo fare senza biodiversità o che questa sia in qualche modo periferica al nostro mondo: la verità è che ne abbiamo bisogno più che mai in un pianeta abitato da sei miliardi di persone che si avviano a diventare nove nel 2050” afferma Achim Steiner, direttore esecutivo dell’Unep. “Andare avanti come se nulla fosse non è più un’opzione se vogliamo evitare danni irreparabili al sistema di supporto vitale del pianeta”.

Sulla base di un progetto internazionale noto come The Economics of Ecosystems and Biodiversity (Teeb), che tenta di individuare un prezzo per i servizi forniti dalla biodiversità, il rapporto sottolinea che la diminuzione dei pesci che vivono nei nostri oceani, la deforestazione e l’erosione del suolo, per esempio, hanno tutti impatti economici negativi.

Il rapporto sostiene anche che molti ecosistemi stanno arrivando al “punto di non ritorno”: quelli analizzati sono “il degrado di vaste zone di foresta amazzonica”, la “modifica dell’habitat di molti laghi di acqua dolce, verso l’eutrofizzazione e dominazione delle alghe” e “il collasso di vari ecosistemi nelle barriere coralline”.

“Nessuno dei 21 obiettivi secondari che accompagnano l’obiettivo biodiversità è stato raggiunto in via definitiva a livello mondiale” precisa il rapporto. Inoltre, dieci dei quindici principali indicatori sulla diversità biologica sviluppati dall’Onu “mostrano tendenze sfavorevoli”. Il rapporto menziona l’esistenza di cinque tendenze che generano la perdita di biodiversità: “la modifica degli habitat, lo sfruttamento eccessivo delle risorse, l’inquinamento, le specie esotiche invasive e il cambiamento climatico”.

“Le notizie non sono buone” dice Ahmed Djoglaf, segretario esecutivo della Convenzione Onu sulla diversità biologica. “Continuiamo a perdere biodiversità a un ritmo mai visto prima nella storia, con tassi di estinzione che possono essere fino a mille volte superiori rispetto al background storico”.

Il rapporto Unep, presentato a Nairobi ad una conferenza preparatoria della riunione della Convenzione che si terrà ad ottobre in Giappone, delinea una nuova strategia globale per la biodiversità mirata a eliminare i sussidi potenzialmente pericolosi e ad affrontare le cause della perdita della diversità, come i consumi eccessivi e le variazioni demografiche.

“Per affrontare le cause profonde della perdita di biodiversità, dobbiamo darle una priorità più alta in tutte le nostre scelte e in tutti i settori economici” afferma nel rapporto in segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Per l’Onu i paesi possano ancora tentare di rovesciare la tendenza con un’azione urgente” per “ridurre l’inquinamento e i le pratiche di pesca distruttive che indeboliscono le barriere coralline”.

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