c L'investimento più redditizio di Exxon, Philip Morris & co. è stata la creazione dell'industria professionale della negazione - 24/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 24/03/2010]
[Categorie: Scienza ]
[Fonte: Greenreport.it]
[Autore: Gianfranco Bologna]
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L'investimento più redditizio di Exxon, Philip Morris & co. è stata la creazione dell'industria professionale della negazione

I media stanno fornendo ampio spazio ai continui attacchi all'Ipcc ed ignorano tutte le prese di posizione delle più autorevoli istituzioni di ricerca scientifica a favore dei risultati, del lavoro e dei metodi dell'Ipcc stesso. Il 23 febbraio scorso l'International council for science (Icsu) la più autorevole organizzazione scientifica mondiale che raccoglie tutte le organizzazioni scientifiche di settore (dall'Unione astronomica internazionale all'Unione internazionale di fisica pura ed applicata, dall'Unione internazionale di scienze geologiche all'Unione internazionale di matematica, ecc. vedasi il sito www.icsu.org ) ha reso pubblico uno statement che sottolinea come i rapporti dell'Ipcc costituiscano l'assessment scientifico internazionale più ampio e comprensivo mai condotto sino ad oggi, che seguono la più avanzata conoscenza scientifica e le procedure del metodo scientifico e che riflettono l'attuale conoscenza acquisita sul sistema climatico, la sua evoluzione e gli eventuali sviluppi futuri.

In assessment come quelli dell'Ipcc che sono così complessi ed articolati, è normale che possa capitare qualche errore, ma queste carenze di accuratezza, in ogni caso, non inficiano minimamente le conclusioni cui giunge l'intero assessment. Piuttosto che compromettere l'integrità e la credibilità della scienza del cambiamento climatico, prosegue lo statement dell'Icsu, questi eventi in se stessi, dimostrano il vigore ed il rigore del processo scientifico cui è sottoposto l'intero meccanismo dell'elaborazione dei rapporti Ipcc.

In ogni area della scienza è importante che gli errori, se realmente compiuti, vengano apertamente ammessi e corretti.

Questo approccio sì che costituisce una garanzia di scientificità dei processi e dei risultati, un'impostazione, invece, che manca completamente alle posizioni e alle pubblicazioni degli esponenti dell'industria professionale del negazionismo.

Sul sito www.openletterfromscientists.com appare inoltre una lettera aperta di moltissimi autorevoli scienziati statunitensi sugli errori reali o presunti contenuti nel rapporto IPCC ed anche in questa sede, gli studiosi sottolineano la seria procedura cui tutto il lavoro IPCC è sottoposto ed al quale hanno collaborato 2.500 scienziati con oltre 90.000 commenti destinati ai 44 capitoli dell'ultimo rapporto IPCC, pubblicato nel 2007.

Inoltre il continuo "rumore" attorno all'Ipcc ha condotto persino l'avvio, voluto dalle stesse Nazioni Unite, di un interessante revisione indipendente dei processi e delle procedure Ipcc che sarà realizzata dall'Inter academy of council, l'organizzazione "ombrello" che raccoglie le varie accademie scientifiche nazionali, dalla Cina al Giappone, dagli USA al Regno Unito.

Vi immaginate una cosa simile sulle continue affermazioni negazioniste di gruppi di interesse come, ad esempio, l'American enterprise institute ?

La venuta a Roma del grande climatologo James Hansen, professore alla Columbia University e direttore del prestigioso Goddard Institute for Spaces Studies (GISS) della NASA, per l'Aurelio Peccei Lecture 2010 tenutasi lunedì scorso, è stata un'ottima occasione per chiarire lo stato dell'arte delle ricerche sul sistema climatico, le conoscenze sin qui acquisite sul global warming e sulla ormai sempre più chiara responsabilità umana con chiari riferimenti all'industria professionale del negazionismo.

Hansen ritiene il riscaldamento globale una vera e propria bomba ad orologeria e chiede, con forza, un impegno urgente della politica per voltare pagina ed affrontare seriamente il problema. In proposito ha scritto anche il suo primo libro, uscito alla fine del 2009, dal titolo "Storms of my grandchildren. The truth about the coming climate catastrophe and our last chance to save humanity" (il libro sarà tradotto in italiano da Edizioni Ambiente, vedasi www.stormsofmygrandchildren.com) .

Jim Hansen è stato ampiamente censurato dall'amministrazione Bush per aver raccolto elementi e documentazioni sempre più consistenti e convincenti a dimostrazione del global warming e del ruolo centrale della responsabilità umana nell'averlo provocato. La brutta storia della sua censura da parte dell'amministrazione Bush, è stata illustrata in un noto libro di Mark Bowen, dal titolo "Censoring Science: inside the political attack on dr. James Hansen and the truth of global warming" edito da Dutton nel 2007. La censura cui Hansen è stato sottoposto è giunta di fatto ad evitargli le interviste con i media, al controllo dei comunicati stampa relativi alle sue ricerche, arrivando persino al punto, nel 2006, di far eliminare dal sito web della NASA il richiamo ad una parte della "mission" della prestigiosa agenzia spaziale statunitense, al quale Hansen si rifaceva continuamente e cioè "to under stand and protect our home planet".

Come ho avuto più volte modo di ricordare nelle pagine di questa rubrica il mondo di coloro che si dedicano all'industria professionale del negazionismo è un mondo composito, basato su impostazioni ideologiche estreme (iper-liberisti, cattolici fondamentalisti, paladini della crescita economica a tutti i costi ecc.) che, paradossalmente, attaccano la scienza ambientale come ideologica e fondamentalista, quando sono loro i massimi rappresentanti di questi approcci.

Purtroppo queste persone non hanno neanche lontanamente idea (e forse non gli interessa averla) della straordinaria massa di conoscenze scientifiche sin qui acquisite da tutti i più grandi programmi di ricerca internazionali sui cambiamenti globali indotti dall'intervento umano sul pianeta e sperano che, facendo un po' di chiasso mediatico attraverso articoli sui giornali o presenze radio-televisive con impostazioni assiomatiche ed assertive, si possa seminare il "germe" della confusione nell'opinione pubblica e degli ambienti politico-economici, inducendo tutti a procedere come se nulla fosse (il ben collaudato meccanismo del business as usual).

Questa confusione è andata avanti anche con gli attacchi all'Ipcc, dal cosidetto "climategate" alla questione delle previsioni sulla fusione dei ghiacciai himaliani. Questioni assolutamente inconsistenti rispetto agli argomenti e ai dati scientifici reali. Le famose ricerche di Phil Jones e Michael Mann (oggetto del cosidetto "climategate" sulle e-mail personali scambiate da questi scienziati ed altri, che nulla hanno a che vedere con la validità degli articoli scientifici pubblicati, in ogni caso, sulle riviste scientifiche sottoposte a referaggio) sulla ricostruzione delle temperature degli ultimi 1.000 - 2.000 anni, sono state tutte confermate dalle ricerche successive mentre sui ghiacciai himaliani vi è stato solo un errore di data della previsione della fusione ma non certo del drammatico trend esistente e scientificamente documentato che li condurrà, in ogni caso, alla fusione. E Hansen, nella sua Lecture a Roma, è stato molto chiaro nel fare il punto su questi argomenti.

Come ha scritto George Monbiot nel suo bel libro "Calore!" (edito in italiano da Longanesi): "Gli impatti dei negatori dei cambiamenti climatici, sponsorizzati da Exxon e Philip Morris, pur essendo stati particolarmente efficaci negli Stati Uniti, sono stati avvertiti in ogni parte del mondo: mi è capitato di vedere le loro argomentazioni ripetute senza fine in Australia, Canada, India, Russia e nel Regno Unito.

Dominando il dibattito mediatico sui cambiamenti climatici nel corso di sette o otto anni in cui sarebbero state necessarie urgenti conferenze internazionali, diffondendo costantemente il dubbio sui dati scientifici proprio quando avrebbero dovuto essere più convincenti, hanno giustificato ampiamente il denaro che i loro sponsor hanno investito su di loro. Credo che si possa dire in tutta onestà che l'industria professionale della negazione abbia ritardato di diversi anni un'efficace azione globale sui cambiamenti globali. "

E purtroppo per tutti noi, lo sta facendo ancora.

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