c Non lasciamoci annacquare! - 19/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 19/03/2010]
[Categorie: Movimenti ]
[Fonte: Attac]
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Non lasciamoci annacquare!

La crisi economica, la crisi ambientale, la crisi di democrazia sono la conseguenza di un mondo in vendita dove si produce non per i bisogni della popolazione, ma per vendere e consumare; dove i lavoratori sono una merce da usare fin quando utili per aumentare i profitti ed una zavorra da buttare via appena questi iniziano a diminuire; dove i servizi sociali (casa, istruzione, sanità, servizi pubblici...) sono stati progressivamente regalati ai privati, che oggi ce li rivendono a caro prezzo licenziandoci e facendoci pagare costi sempre più alti; dove l’ambiente, il territorio, le risorse naturali non sono più patrimonio dell’umanità, ma merci da esaurire, senza pensare alle conseguenze sull’ecosistema; dove i poteri economici dettano le politiche degli Stati, perché queste politiche; devono essere funzionali ad accrescere il loro potere.

Il cambiamento climatico è un esempio di come l’attuale modello di produzione e di appropriazione privata delle risorse metta in forse la vita di centinaia di milioni di persone. Con questo sistema mercantile fanno i conti le varie resistenze che ci sono in Italia, dal mondo dell’istruzione a quello del lavoro, fino ai territori in lotta contro le speculazioni e le devastazioni.
La privatizzazione dell’acqua fa parte di questo processo di vendita, ma anche di resistenza contro la logica della mercificazione. Un processo che da dieci anni ha visto la resistenza crescere a livello mondiale. Dalla Bolivia all’Ecuador, fino all’Uruguay, passando per la Turchia, l’India e l’Europa. In alcuni di questi luoghi, come in America Latina, queste lotte per la riappropriazione dell’acqua e delle risorse della Madre Terra hanno accelerato processi di sfida al capitalismo che coinvolgono milioni di persone.

In Italia l’esperienza di unificazione delle decine di comitati locali contro la privatizzazione dell’acqua, l’unione di questi con le associazioni, i collettivi ed i sindacati, all’interno del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua hanno permesso di creare nella società gli anticorpi contro la mercificazione dell’acqua e messo in piedi un processo di partecipazione diretta. Una sottrazione al libero mercato che deve diventare riappropriazione sociale.
L’acqua deve essere solo il primo passo. Vogliamo estenderla ad ogni sfera che attiene ai diritti, ai beni comuni naturali e sociali, non per affidarla ad un pubblico burocratizzato e tecnicista, bensì alla gestione partecipata dai cittadini e dai lavoratori del settore idrico.

Qualcuno dirà che è impossibile. Sbaglia! Ogni lotta ci insegna come i cittadini possano imparare a decidere e quindi pretendere di decidere. Ce lo dice la lotta dei No Tav, ce lo dice l’esperienza dei lavoratori di Publiacqua, ce lo dicono i lavoratori sui tetti delle aziende in crisi, ce lo dicono i precari della scuola in lotta, ce lo dicono i movimenti contadini del sud del mondo, ce lo dicono gli indios boliviani ed i popoli dell’America Latina.

Siamo in piazza il 20 marzo, vinceremo il referendum abrogativo della normativa che accelera il processo di privatizzazione della gestione del servizio idrico e lotteremo per l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua, per dire che sull’acqua decidiamo noi! Per segnare sull’acqua un punto fermo in questo processo radicale di democratizzazione che ogni lotta porta con sé.

Ed è solo l’inizio.

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