c Regionali: appello degli scienziati ai candidati, "no al nucleare, sì alle rinnovabili" - 18/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 18/03/2010]
[Categorie: Politica ]
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Regionali: appello degli scienziati ai candidati, "no al nucleare, sì alle rinnovabili"

"Sollecitiamo chi guiderà il prossimo Governo a sviluppare l'uso delle fonti di energia rinnovabile". E' l'appello online che un gruppo di ricercatori e scienziati ha lanciato ai candidati governatori delle Regioni dal sito www.energiaperilfuturo.it.

Il gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca sentono il dovere "in virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale, di informare la classe politica ed il Paese riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere irrimediabilmente la salute ed il benessere delle generazioni future". "Tutti gli esperti ritengono che sia urgente iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale".

I docenti e ricercatori sostengono chiaramente che "l’opzione nucleare non è opportuna per molti motivi" e tra questi elencano "la necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari".

L'appello intende perciò sollecitare chi guiderà il prossimo Governo regionale "a sviluppare l'uso delle fonti di energia rinnovabile: eolica, geotermica, idroelettrica e, in particolare, solare nelle varie forme in cui può essere convertita: energia termica ed elettrica, combustibili artificiali, biomasse". "Il Sole - spiegano - è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale. E’ quindi urgente sviluppare al massimo l’utilizzo di questa fonte su larga scala".

Va ricordato che - come ha mostrato chiaramente un'indagine di Legambiente - nonostante la decisione del Governo nazionale di riprendere la strada dell'energia nucleare la maggior parte dei candidati di tutti gli schieramenti politici alle prossime elezioni regionali ha risposto negativamente all'idea di avere impianti nucleari nella propria regione, con diverse abiguità come quella del governatore uscente Formigoni che sarebbe d’accordo a costruire centrali nucleari ma non nella sua Regione.

L'appello dei docenti intende anche "limitare i danni della crisi energetica e climatica che si sta delineando": per questo - affermano i ricercatori - "è necessario fare in modo che i cittadini italiani, a cominciare dagli studenti di tutte le scuole, acquisiscano maggiore consapevolezza sulla delicata situazione in cui si trova il nostro Paese. Il risparmio energetico, l’uso più efficiente dell’energia ed in particolare delle energie rinnovabili, lo sviluppo della ricerca scientifica sono le azioni necessarie per affrontare il difficile futuro che ci aspetta e per lasciare in eredità ai nostri figli un Paese vivibile".

Si tratta - concludono i ricercatori - di una "grande sfida scientifica e tecnologica in cui si gioca anche il futuro industriale ed occupazionale della nostra nazione che non possiede risorse significative di combustibili fossili e nucleari e che, quindi, non potrà ambire ad una maggiore indipendenza energetica se non rivolgendosi all’unica risorsa di cui abbonda: l’energia solare".

Come riporta infatti uno studio realizzato dall'Università Bocconi per Greenpeace, puntare su rinnovabili ed efficienza in Italia significherebbe raggiungere oltre 100 mila occupati nel solo settore dell'energia elettrica al 2030, l'82% in più rispetto ai 56 mila dello scenario di riferimento. Il 73% dei lavoratori del settore sarebbe occupato nelle rinnovabili mentre per il 22% si tratterebbe di nuovi posti di lavoro creati grazie agli investimenti in efficienza energetica. A questi numeri andrebbero aggiunti i lavoratori dell'indotto, valutabili nello stesso ordine di grandezza.

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