c Difendiamo l’acqua pubblica - 13/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 13/03/2010]
[Categorie: Politica ]
[Fonte: Terra]
[Autore: Sara Picardo]
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Difendiamo l’acqua pubblica
INIZIATIVE. Il 20 marzo il Forum dei comitati e numerose associazioni manifestano contro il decreto Ronchi.

«Se è vero che con il decreto Ronchi si è dato il via libera definitivo alla privatizzazione dei servizi pubblici, è altrettanto vero che sul tema dell’acqua, la battaglia culturale la stiamo vivendo noi». Queste le parole pronunciate il 10 marzo da Corrado Oddi del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, all’interno del convegno organizzato dall’Rdb e Sdl Intercategoriale dal titolo “Acqua, rifiuti, trasporti: Ripubbliciziamo i servizi!”. Tanti i partecipanti: da Action al Blocco proletario metropolitano; da Attac ai Cobas, dalla Rete romana contro la crisi al Forum italiano dei movimenti dell’acqua, appunto.

L’iniziativa pubblica si è posta all’interno di un fitto calendario di eventi, tra cui la grande manifestazione nazionale del 20 marzo, che doveva partire da Piazza della Repubblica ma che molto probabilmente ora cambierà percorso. «Da quando hanno privatizzato la rete idrica, circa 10 anni fa - ha aggiunto Oddi - le tariffe sono aumentato del 60%, gli investimenti per la manutenzione sono calati da 2 miliardi l’anno a 600 milioni, e vi è stata una stima di aumento dei consumi di circa il 20% nel prossimo futuro». Un bilancio decisamente negativo, che ha fatto ribadire a tutti i presenti la necessità della ripubblicizzazione dei servizi primari.

«Il decreto Ronchi ha sancito definitivamente nel nostro Paese il concetto di privatizzazione di servizi pubblici come l’acqua, gas, elettricità, i trasporti ferrovieri regionali e i rifiuti, attualmente gestiti dai comuni in affidamento diretto” ha spiegato Giancarlo Ricci dell’Rdb Energia. In particolare, con l’articolo 15, denominato “Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica”, si dà il via alla liberalizzazione di questi servizi primari attraverso gare d’appalto senza possibilità di deroghe. «Un concetto - aggiunge il sindacalista - che sta portando e porterà grandi dislivelli sociali ed economici all’interno delle nostre città».

L’esempio più calzante lo ha fatto Nieri, assessore regionale uscente al Bilancio: «Quando hanno privatizzato una parte del trasporto pubblico nella periferia di Roma, molti lavoratori delle ditte private hanno dovuto accettare di lavorare affianco a colleghi che prendevano molto più di loro a fine mese, solo perché era dipendenti di una società pubblica». «La spinta alle privatizzazioni viene da lontano», spiegano Andrea Cavola dell’Sdl e Ricci dell’Rdb «dalla metà degli anni Novanta il nostro Paese è stato infatti all’avanguardia di questi processi, a partire dalla privatizzazione della telefonia, delle ferrovie, delle banche, dell’industria pubblica.

Aziende riconosciute in tutto il mondo sono state regalate ad imprenditori privati, i quali hanno scaricato sullo Stato i costi delle ristrutturazioni e hanno incamerato i profitti, instaurando nei fatti dei veri e propri monopoli privati, fatti di accordi di cartello. A rimetterci sono stati gli utenti-cittadini, con l’aumento delle tariffe e il peggioramento della qualità del servizio, e i lavoratori, su cui si sono riversati tutti i contenimenti dei costi effettuati dalle aziende».

«E' importante che questo percorso su questa battaglia per il bene pubblico sia fatto insieme, con la partecipazione attiva della cittadinanza che deve essere costantemente informata», ha detto Andrea “Tarzan” Alzetta, consigliere comunale di Action. “Non è solo una questione di privatizzazione e basta. È la qualità della vita in ogni suo aspetto che ne è coinvolta. Acea, che per ora è ancora in mano al Comune per il 51%, era un’azienda florida, con la gestione Alemanno ha avuto un crollo in Borsa del 40%. Ora con il decreto Ronchi ne verrà privatizzata un’altra grande fetta, che sarà data in parte a Suez-Gaz de France, che già ne detiene una quota del 20%. Si tratta della stessa azienda francese che è stata appena cacciata via da Parigi dove l’acqua è stata ripubblicizzata dopo 30 anni di malagestione privata».

Anche se non serve guardare in “casa” per rendersi conto che privatizzare Acea non sarà la scelta giusta. Ad Agrigento la gestione privata della Girgenti acque spa fa arrivare nelle case l’acqua solo per poche ore a settimana e le bollette sono tra le più costose d’Italia. Ad Arezzo, invece, è proprio la francese Suez a gestire privatamente il servizio e l’acqua costa mediamente al singolo utente 400 euro l’anno, a fronte di investimenti dell’azienda sotto la media nazionale.

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