c Bankitalia: la carbon tax fa bene all’economia e all’ambiente - 08/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 08/03/2010]
[Categorie: Economia ]
[Fonte: Equo]
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Bankitalia: la carbon tax fa bene all’economia e all’ambiente

Una ‘green tax’ sulle emissioni inquinanti può dare benefici sia all’economia sia all’ambiente. È la conclusione di uno studio di un’economista della Banca d’Italia _ Daniela Marconi _ su ‘Gli effetti di una tassa ambientale unilaterale sui consumi’. Una ricerca secondo cui “in un contesto di economia aperta l’adozione unilaterale di una tassa sulle emissioni inquinanti, generate dal consumo di beni sia importati sia prodotti internamente, può avere effetti positivi sulla domanda, sui profitti e sulle ragioni di scambio, stimolando l’innovazione tecnologica in entrambi i paesi e riducendo il livello di inquinamento”.

“Le evidenze empiriche disponibili per i paesi avanzati – spiega la studiosa – indicano che circa la metà delle emissioni di gas serra è riconducibile, direttamente o indirettamente, all’attività di consumo delle famiglie. Studi teorici mostrano che un governo che si concentri sull’abbattimento delle emissioni inquinanti generate dall’attività di consumo piuttosto che di produzione raggiunge il suo obiettivo in maniera più efficiente, conseguendo un innalzamento complessivo del benessere sociale senza compromettere la competitività internazionale del sistema produttivo”.

La ricerca, pubblicata sul sito di Bankitalia, “estende questo tipo di analisi includendo la possibilità che le imprese intraprendano anche un’attività di ricerca e sviluppo, oltre che di produzione. In questo contesto, si analizzano le conseguenze dell’adozione unilaterale di una tassa sulle emissioni inquinanti generate dal consumo sugli scambi internazionali, sull’inquinamento e sul progresso tecnologico, in un modello di equilibrio economico generale con due paesi e crescita endogena”.

Si dimostra così che “l’introduzione di una tassa proporzionale alle emissioni generate dal consumo di beni, sia prodotti all’interno sia importati, nel paese più ricco (che costituisce anche il mercato di consumo più ampio) e la successiva ridistribuzione degli introiti ai consumatori produrrebbe effetti sui consumi, sui profitti e sulle ragioni di scambio tali da accelerare l’innovazione tecnologica in entrambi i paesi, abbattere le emissioni inquinanti per unità di prodotto e migliorare il benessere complessivo dei due paesi”.

“Questi risultati – conclude la ricercatrice – indicano che, incidendo sulle abitudini di consumo mediante interventi di tipo unilaterale, non penalizzanti per la competitività internazionale del paese, i governi possono generare meccanismi virtuosi a livello globale”.

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