c Equivita:No alle coltivazioni di Ogm in Europa - 04/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 04/03/2010]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: Equivita]
[Autore: Equivita]
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Equivita:No alle coltivazioni di Ogm in Europa

Il Comitato Scientifico EQUIVITA esprime il più profondo SDEGNO sulla
decisione presa dalla Commissione Europea di autorizzare la coltivazione
della patata transgenica AMFLORA della Bayer per uso industriale e per
mangimi animali.
Questa decisione rompe una moratoria "di fatto" in atto da 12 anni (dal
1998) sulle autorizzazioni alle coltivazioni di piante transgeniche,
nonostante la presenza nella patata del gene marcatore che conferisce
resistenza alla kanamicina (antibiotico molto importante per combattere
alcune gravi malattie) e nonostante la direttiva UE 2001/8 vieti gli Ogm contenenti tali geni a
partire dal 2004.

Pur dichiarando "di non voler imporre gli Ogm in Europa e di consentire agli
Stati Membri libertà di scelta", il presidente della Commissione UE José
Manuel Barroso sembra intenzionato ad agevolare il cammino alle
multinazionali biotech che detengono i brevetti su tali organismi.

Ciò che tuttavia desta maggiore indignazione è l¹assenza di democrazia
vigente nelle norme UE, che hanno dato all¹esecutivo (la Commissione) il
potere di assumere da solo una decisione favorevole all¹autorizzazione
(secondo il parere della minoranza) perché nel Consiglio dei Ministri i
rappresentanti degli Stati, pur avendo espresso a maggioranza un parere
sfavorevole, non hanno raggiunto la maggioranza qualificata!
L'annuncio del "via libera" alla patata Amflora avviene dopo che il
Commissario all'Ambiente Stavros Dimas (attivo difensore del nostro
patrimonio genetico di piante e animali) è stato sostituito, quale
responsabile per gli Ogm, dal neonominato Commissario John Dalli, che ha
voluto con questa decisione marcare una svolta nella politica di Bruxelles.

L'uso del gene di resistenza alla kanamicina come marcatore è stato
autorizzato, pur se con qualche perplessità, dall'Autorità Europea per la
Sicurezza Alimentare (EFSA), mentre l'Agenzia Europea per i Medecinali
(EMEA) ha contestato questa decisione in base al rischio che il gene si
trasferisca all'uomo, rendendolo alla lunga insensibile ad un farmaco
indispensabile. Questo rischio sarà tanto più reale in quanto la patata non
sarà utilizzata solo in ambito industriale, ma anche come mangime per
animali d'allevamento: tutti coloro che consumano prodotti di origine
animale potrebbero divenire insensibili ad un antibiotico prezioso per la
salute umana.

La voce di protesta che si solleva in Italia prende forza dai seguenti
argomenti:

1) L'agricoltura tradizionale e la grande varietà di prodotti tipici sono
uno dei nostri maggiori patrimoni nazionali. Essi sono incompatibili con gli
Ogm e vanno tutelati con tutte le nostre forze, insieme alla ricerca della
qualità e dell¹eccellenza.
2) La salute dei cittadini non può essere trascurata per favorire gli
interessi delle aziende biotech, che nel diffondere gli Ogm finiranno col
contaminare tutto quanto viene coltivato. Ciò riguarda tutte le colture
transgeniche, i cui effetti hanno già dimostrato di creare notevoli danni
ambientali e di rappresentare un rischio per la salute. Ciò riguarda a
maggior ragione la patata Amflora.

L'apertura agli Ogm in Italia non deve avvenire; ci affidiamo al Ministro
Zaia, che già tanta determinazione ha mostrato a fianco a noi, per mettere
in atto tutti gli strumenti disponibili per sottrarre l'Italia e l'Europa
alla strategia di conquista delle aziende biotech ed alle gravi
ripercussioni che essa ha, sia economiche e culturali, che ambientali e
sanitarie.

Comitato Scientifico EQUIVITA

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