c Quel che resta del G8 - 06/06/2007 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 06/06/2007]
[Categorie: Movimenti ]
[Fonte: Social Press - Forum Comunicazione Milano]
[Autore: Vittorio Agnoletto]
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Quel che resta del G8
martedì 5 giugno 2007

Il G8 non mantiene le promesse. Non è più solo uno slogan. È la drammatica realtà denunciata dal movimento, dalle ong, da tutte le persone impegnate per la lotta alla povertà, per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Mancano ormai poche ore al prossimo summit dei “grandi” della terra, che si svolgerà questa volta in Germania, a Heiligendamm, e i dati sull’impegno dei paesi ricchi «per un altro mondo possibile» vanno tutti nella stessa direzione: i paesi più ricchi stanno facendo poco, sicuramente non abbastanza. Di certo i buoni propositi celebrati nel 2005 al G8 di Gleneagles sono rimasti, appunto, propositi. Gli otto leader promisero infatti in Scozia di cancellare il debito dei 18 Paesi più poveri del mondo e di duplicare gli aiuti finanziari all’Africa entro il 2010, con l’immancabile promessa di garantire l’accesso ai farmaci e il diritto alla salute, oltre che di potenziare la lotta al virus Hiv/Aids. Ma l’aspettativa è già stata disillusa.

Concord, una confederazione che rappresenta 1600 Ong europee per l’emergenza e lo sviluppo, lo ha scritto nero su bianco pochi giorni fa nel suo rapporto annuale: gli stati europei non stanno mantenendo gli impegni presi. Circa un terzo dei fondi per lo sviluppo stanziati nel 2006 non sarebbe giunto a destinazione, o meglio non avrebbe apportato nuove risorse agli stati poveri. In particolare, l’anno scorso, il dato degli aiuti europei sarebbe stato «gonfiato» del 30 per cento: circa 11 miliardi di euro dei presunti aiuti corrispondono in realtà ai fondi per la cancellazione del debito, in primo luogo per l’Iraq e la Nigeria. Ancora, 1,6 miliardi sarebbero andati all’educazione degli studenti stranieri in Europa e un miliardo sarebbe stato speso per l’asilo dei rifugiati politici nell’Ue. La stessa denuncia sui numeri “taroccati” è arrivata anche da Oxfam, un’altra autorevole rete di Ong che lavora sui temi della povertà e dello sviluppo.

Concord sostiene dunque che l’Unione europea abbia speso solamente lo 0,3 per cento del suo Prodotto nazionale lordo in aiuti veri e propri, mancando l’obbiettivo collettivo per il 2006, pari allo 0,39 per cento. La confederazione di Ong ritiene che Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Austria, Francia e Germania abbiano tutti fallito.

Ad aprile l’Africa Progress Panel, del quale fanno parte Kofi Annan e Bob Geldof, ha fatto sapere che l’Africa sub sahariana è la sola regione che si stima non raggiungerà nessuno degli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite entro il 2015. Nel 2006 l’economia africana è cresciuta del 5,4 per cento, ma avrebbe bisogno di raggiungere il 7 per cento per fare progressi sostanziali nella riduzione della povertà.

E perfino una fonte a noi molto avversa, la Banca mondiale, nel quarto Global Monitoring Report (GMR), realizzato tra gli altri con il Fondo monetario internazionale (altra istituzione criticata da sempre dal movimento altermondialista), traccia un ritratto molto amaro della situazione degli aiuti internazionali. Il GMR ha evidenziato come il settore della cooperazione sia a livello globale in una situazione di totale stallo, nonostante le promesse fatte a Gleneagles due anni fa.

L’unica buona notizia riguarda la cancellazione del debito, che sta procedendo secondo quanto previsto. Peccato che le regole del commercio internazionale di fatto ne annullino l’effetto positivo sulle deboli economie del Sud del mondo. E a questo livello il G8 non ha compiuto alcun passo avanti.

Ultima nota dolente: l’Italia è ultima in classifica, fanalino di coda, tra i Paesi del G8 in quanto a impegni mantenuti.

Per quanto riguarda il Fondo globale per la lotta all’AIDS, Tbc e malaria, ad esempio, nonostante le dichiarazioni e gli annunci di Prodi, l’Italia non ha ancora stanziato la quota promessa: fino ad oggi il governo non ha saldato il debito di 260 milioni per il biennio 2006-2007 e i 20 milioni mancanti per il 2005.

Ecco perché oggi più che mai sono attuali le proteste contro il G8, contro la pretesa di otto capi di stato delle nazioni più ricche di decidere le sorti del mondo intero.

Oggi come sei anni fa: «Voi G8, noi 6 miliardi», ricordate?

Fonte: www.vittorioagnoletto.it

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