c L'impegno di Morales per fermare i cambiamenti climatici - 02/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 02/03/2010]
[Categorie: Politica ]
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L'impegno di Morales per fermare i cambiamenti climatici
"Riconoscendo che gli esseri umani sono parte di un sistema interdipendente"

Presentazione da parte della Bolivia di una visione condivisa

Presentazione in nome dello Stato Plurinazionale della Bolivia

14 dicembre 2009

Visione condivisa per la cooperazione a lungo raggio di azione

La Conferenza delle Parti,

1. Riconoscendo che gli esseri umani fanno parte di un sistema interdipendente col quale dobbiamo convivere in armonia ed equilibrio nel rispetto dei diritti di tutti;

2. Riconoscendo la necessità di raggiungere non solo la pace per l'umanità, bensì anche l'equilibrio e l'armonia della natura, difendendo tutto ciò che ha vita e che dà la vita;

3. Riconoscendo che abbiamo sinora seguito le leggi dell'umanità, e nel frattempo la violazione delle leggi fondamentali della natura ha dato luogo al cambiamento climatico e ad altre forme di distruzione ecologica;

4. Nella convinzione che per la piena realizzazione dei diritti umani e della dignità umana è necessario riconoscere e difendere anzitutto i diritti della Madre Terra;

5. Riconoscendo che l'accesso e l'utilizzo dell'atmosfera della Terra ed il sistema climatico sono necessari alla realizzazione dei diritti umani, incluso il diritto allo sviluppo, e che lo spazio atmosferico deve spartirsi equamente tra tutti i paesi e popoli;

6. Ricordando che il Gruppo Intergovernativo di Esperti sul Cambiamento Climatico ha riconosciuto che le concentrazioni globali atmosferiche di gas con effetto serra sono aumentate notevolmente come risultato delle attività umane dal 1750 ed oggi, superando abbondantemente i valori pre-industriali;

7. Prendendo nota che la maggior parte delle emissioni storiche hanno contribuito all'attuale concentrazione atmosferica e che il riscaldamento attuale si è originato nei paesi sviluppati;

8. Riconoscendo che le emissioni passate, attuali e future di cui sono responsabili i paesi sviluppati limitano, e limiteranno sempre di più, l'accesso e l’uso per i paesi in via di sviluppo di un’equa porzione dello spazio atmosferico;

9. Affermando che il sovraccarico della capacità disponibile di consumo dell'atmosfera della Terra ed il sistema climatico necessario ad assorbire i gas serra dei paesi sviluppati hanno causato un debito di "emissioni" per i paesi in via di sviluppo;

10. Riconoscendo inoltre che gli attuali livelli di riscaldamento stanno causando il danneggiamento dei boschi e degli ecosistemi, lo scioglimento della neve e dei ghiacciai, la diminuzione delle cappe di ghiaccio, facendo innalzare gli oceani, minacciando le barriere coralline e intensificando siccità ed inondazioni, incendi e fenomeni meteorologici estremi, i cui effetti avversi minacciano di peggiorare man mano che il riscaldamento aumenta;

11. Riconoscendo come paesi più vulnerabili agli effetti avversi del cambiamento climatico i paesi in via di sviluppo e che gli impatti climatici stanno imponendo già sostanziali aumenti di costi, danni e contrattempi, minando così i diritti e le aspirazioni di tali paesi al loro sviluppo;

12. Riconoscendo che il cambiamento climatico ha causato e sta causando sempre di più effetti sfavorevoli per i popoli indigeni, per le comunità locali ed altri gruppi vulnerabili e che i diritti umani, compresi i diritti propri dei popoli indigeni come si legge nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni ed altri strumenti, devono essere rispettati in modo da permettere un adattamento al cambio climatico;

13. Affermando che le emissioni storiche dei paesi sviluppati stanno causando un danno sproporzionato ai paesi in via di sviluppo e che i paesi sviluppati sono pertanto responsabili di compensare questi effetti sfavorevoli, come parte del debito di "adattamento" contratto dai paesi sviluppati con i paesi in via di sviluppo;

14. Riconoscendo che i paesi sviluppati, le emissioni di debito ed i debiti di adattamento nel complesso, costituiscono un debito del clima che a sua volta è parte di un debito ecologico più ampio che riflette l'orma ambientale, il consumo eccessivo di risorse, materiali ed energia e la loro contribuzione alla diminuzione della biodiversità e dei servizi degli ecosistemi;

15. Sottolineando il ritardo dei paesi sviluppati nel far fronte alle loro emissioni ed al consumo eccessivo e nel ridurre il debito con i paesi in via di sviluppo, e la responsabilità nel limitare in maniera significativa le opportunità di raggiungere livelli più bassi di gas serra e nell’aumentare il rischio di climi più severi;

16. Cercando di assicurare l'applicazione piena, effettiva e sostenuta a lungo termine della Convenzione attraverso l'azione cooperativa;

Decide il seguente:

17. Tutte le parti si impegnano per migliorare a lungo termine le misure di cooperazione per combattere il cambiamento climatico con una visione condivisa che si basa sia sul compimento degli obiettivi sia sui principi della Convenzione, in particolare, le responsabilità comuni ma differenziate e le rispettive capacità, l'equità e la responsabilità storica.

18. La visione condivisa è parte dell'azione cooperativa a lungo termine la quale si compone di una serie di elementi essenziali, includendo:

(a) L’adempimento dei paesi sviluppati ai loro impegni, in modo da permettere ai paesi in via di sviluppo l'adattamento adeguato al cambiamento climatico e la copertura dei costi dei suoi effetti sfavorevoli, conforme agli articoli 4.1, 4.3, 4.4, 4.7 e 4.8;

(b) L’applicazione da parte dei paesi sviluppati di politiche e misure che dimostrino l'iniziativa di modificare le tendenze a lungo termine delle emissioni antropogene in maniera concorde con l'obiettivo della Convenzione, stabilito dall'articolo 2, conforme all'articolo 4.2;

(c) L’attuazione da parte dei paesi sviluppati dei loro impegni relativi al prestito di risorse finanziarie ai paesi in via di sviluppo conforme agli articoli 4.1, 4.3, 4.4. 4,5 e 4,7, perfino mediante la copertura totale dei costi per l'adempimento nei paesi in via di sviluppo degli impegni contenuti negli articoli 12.1 e 4.1 della Convenzione;

(d) L'attuazione da parte dei paesi sviluppati di misure finalizzate allo sviluppo e al trasferimento di tecnologia ed il miglioramento delle tecnologie endogene presenti nei paesi in via di sviluppo, conforme agli articoli 4.1, 4.3, 4.4. 4,5 e 4,7;

(e) Lo sviluppo, nei paesi in via di sviluppo, di azioni mitiganti il cambiamento climatico, includendo azioni volontarie a livello nazionale nel contesto dello sviluppo sostenibile, conforme all'articolo 4.1 della Convenzione, reso possibile grazie alla tecnologia, al finanziamento e al rafforzamento delle capacità, in maniera accertabile e verificabile, e

(f) Cambiamenti nel sistema finanziario, economico e sociale internazionale dei meccanismi che causano un eccesso di produzione e consumo, tra cui anche la produzione eccessiva di gas serra inquinanti, e che perpetuano le relazioni ingiuste e squilibrate tra i popoli e tra i popoli e la natura.

19. Una visione condivisa integra un insieme di obiettivi globali, tra i quali l’obiettivo globale di riduzione delle emissioni. Questi obiettivi includono:

(un spazio) l'assegnazione equa dell'atmosfera tra i paesi sviluppati e i paesi in via di sviluppo durante il periodo 1750 - 2050 basata sui principi di equità e di responsabilità storica, e sulle necessità dei paesi in via di sviluppo al fine di raggiungere il loro sviluppo economico e sociale e lo sradicamento della povertà;

(b) La riduzione da parte dei paesi dell'Annesso I che non aderiscono al Protocollo di Kioto delle emissioni totali e nazionali paragonabili a quelle realizzate dalle Parti dell'Annesso I del Protocollo di Kyoto attraverso periodi di compromesso secondo e seguenti;

(c) La somministrazione di risorse finanziarie dai paesi sviluppati ai paesi in via di sviluppo per l'adattamento, il trasferimento di tecnologia, la creazione di capacità come stabilito nei comma d, a, g, del presente paragrafo;

(d) La disposizione da parte dei paesi sviluppati di mezzi e strumenti per facilitare l'adattamento adeguato al cambiamento climatico per i paesi in via di sviluppo, per coprire i costi degli effetti avversi e per pagare i debiti di adattamento mediante la somministrazione di risorse finanziarie derivanti dai paesi sviluppati equivalenti ad almeno il 3% del loro PNL;

(e) Il trasferimento di tecnologie ecologicamente razionali ai paesi in via di sviluppo e il rinvigorimento delle loro capacità e tecnologie endogene in particolare mediante la somministrazione di risorse finanziarie dei paesi sviluppati, almeno, equivalente all’1% del loro PNL;

(f) La creazione di sinergie per permettere la modernizzazione dei paesi in via di sviluppo e il miglioramento istituzionale per affrontare il cambiamento climatico ed i suoi effetti avversi in particolare mediante la somministrazione di risorse finanziarie dei paesi sviluppati, almeno, equivalente all’1% del loro PNL;

(g) Le misure dei paesi in via di sviluppo per mitigare il cambiamento climatico, anche a livello nazionale, azioni di mitigazione appropriate, rese possibili dai paesi sviluppati in particolare mediante la somministrazione di risorse finanziarie degli stessi, almeno, equivalente all’1% del loro PNL;

(h) L’identificazione e l’eliminazione di tutte le barriere d'accesso alle tecnologie, un costo più accessibile ed il trattamento adeguato dei diritti di proprietà intellettuale, compresa l'esclusione dei brevetti su tecnologie relazionate al clima nei paesi in via di sviluppo;

(i) Il rafforzamento delle capacità nei paesi sviluppati per ridurre le emissioni pro capite di gas serra, per vivere in armonia con la natura ed il clima e ridurre i loro debiti ecologici nei confronti dei paesi in via di sviluppo e della natura, e

(j) cambiamenti quantificati dei modelli insostenibili di consumo e produzione dei paesi sviluppati.

20. Soggette al compimento degli obiettivi mondiali stabiliti nel paragrafo 19, e col fine di raggiungere l'obiettivo di stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera ad un livello che ostacoli interferenze pericolose per il sistema climatico, le parti si accorderanno per un ritorno a livelli di concentrazioni nell'atmosfera il più possibile vicini ai livelli pre-industriali, ossia al di sotto di 300 ppm equivalenti di CO2, diminuendo la temperatura media globale di almeno 1 grado C.

21. Il raggiungimento della visione condivisa richiede di invertire la tendenza all’aumento delle emissioni globali di gas serra attraverso una soluzione giusta, globale ed un approccio scientifico. Si chiede:

(a) Un accordo sull'assegnazione equa dello spazio atmosferico globale tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo;

(b) La più ampia riduzione delle emissioni provenienti da fonti nazionali dei paesi sviluppati, e

(c) l'adeguamento e il rifornimento opportuno di risorse finanziarie e trasferimenti di tecnologia ai paesi in via di sviluppo per permettere loro di sviluppare misure mitiganti le emissioni, comprese misure di mitigazione appropriate a livello nazionale.

22. Il risultato di una distribuzione equa dello spazio atmosferico globale tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo è determinato da:

(a) Il preventivo di emissioni con accordo globale riferito al periodo dal [1750] [1900] al 2050;

(b) una metodologia accordata per condividere tale preventivo globale di emissioni tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, che riflette un’accumulazione storica e / o pro capite annuale delle emissioni e le necessità dei paesi in via di sviluppo di raggiungere lo sviluppo economico e sociale e lo sradicamento della povertà, e

(c) L'assegnazione, basata su questa metodologia, del totale nazionale e delle quantità attribuite alle Parti dell'Annesso I del Protocollo di Kyoto e gli obiettivi di un sforzo paragonabile alle Parti dell'annesso I che non hanno aderito al Protocollo di Kyoto.

23. Con questo fine, i paesi sviluppati dovranno assumersi gli impegni globali e nazionali per ridurre le emissioni di gas serra, che riflettano un'assegnazione equa dello spazio atmosferico e rispondano alle necessità dei paesi in via di sviluppo. I paesi sviluppati si assicureranno che:

(a) le loro emissioni di gas serra non eccedano rispetto alle quantità totali assegnate, mirando a modificare tendenze di lungo termine delle emissioni globali di gas serra conformemente agli obiettivi della Convenzione ed ai paesi sviluppati che permettano il pagamento delle loro emissioni di debito ai paesi in via di sviluppo, e che

(b) le emissioni di gas serra provenienti da fonti nazionali non eccedano rispetto alle quantità nazionali assegnate, col fine di garantire che le emissioni globali diminuiscano almeno del 49% nel 2017, permettendo cosi ai paesi in via di sviluppo l’accesso a risorse adeguate per il raggiungimento dello sviluppo economico e sociale e lo sradicamento della povertà.

24. Un paese sviluppato, d’accordo con le altre parti, riconosce la differenza tra la quantità attribuita ed l’importo totale nazionale assegnatogli per la somministrazione di risorse finanziarie e per il trasferimento di tecnologia attraverso i meccanismi operanti sotto l'autorità della CMNUCC, nel contesto del suo impegno a compensare le spese incrementali delle azioni dei paesi in via di sviluppo, secondo la Convenzione.

25. L 'adempimento dei paesi sviluppati al loro impegno di ridurre le emissioni di gas serra, e di compensare le spese incrementali delle azioni dei paesi in via di sviluppo miranti al rispetto degli impegni presi con l’Accordo, permette alle parti di invertire la tendenza all'aumento di gas serra globali, e garantisce che le emissioni globali diminuiscano prima del picco del 2015.

26. I paesi sviluppati si incaricheranno di ridurre le loro emissioni nette di gas serra più del 100% entro il 2040 mediante la riduzione di emissioni dalle fonti ed il miglioramento dell'assorbimento dei canali di scolo dei gas serra.

27. I paesi sviluppati non potranno ricorrere a nessun tipo di azioni unilaterali di aggiustamento di prezzi e dazi contro i prodotti e servizi dei paesi in via di sviluppo per motivi relazionati al clima, poiché tali misure violano i principi e le disposizioni della Convenzione, comprese quelle relative a comuni e responsabilità differenziate, al commercio ed al cambiamento climatico e alla relazione tra le misure di mitigazione dei paesi in via di sviluppo e la somministrazione di finanziamenti e di tecnologia dei paesi sviluppati.

28. I paesi sviluppati non prendono misure per risolvere i problemi ambientali, compresa l'imposizione di oneri sui servizi o settori dei paesi in via di sviluppo,(per esempio l’aviazione e il settore marittimo) o per abbordare le misure ambientali transfrontaliere o i problemi ambientali mondiali a meno che dette misure siano state accordate con consenso internazionale e siano coerenti con i principi e le disposizioni della Convenzione.

29. I diritti inerenti ai popoli indigeni, come si legge nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni ed altri strumenti, devono essere rispettati in tutti gli sforzi tesi a mitigare il cambiamento climatico.

30. Il grado in cui i paesi in via di sviluppo adempieranno effettivamente ai loro impegni rispetto alla Convenzione, dipenderà dall'applicazione effettiva da parte dei paesi sviluppati dei compromessi stipulati con la Convenzione relativi al trasferimento delle risorse finanziarie e di tecnologia.

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