c Una vita in watt - 11/02/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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APRE IL SITO DI PROGETTO GAIA
[Data: 11/02/2010]
[Categorie: Ecologia ]
[Fonte: Qualenergia]
[Autore: ]
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Una vita in watt
Dare un metro comune all'energia consumata da ognuno di noi nei modi più diversi. Il progetto "wattzup" prova a farlo convertendo in watt tutta quella che entra nella nostra quotidianità: dall'energia necessaria a produrre i beni che acquistiamo a quella che usiamo per scaldare la casa. Un sito che permette di monitorare i consumi. Perchè ridurli è l'unica strada per un futuro sostenibile.

La vita in watt: 7.500 circa sono quelli che servono per coprire in aereo 160mila chilometri all’anno, 170 se ne vanno in media per i consumi domestici, 70 quelli racchiusi nella bibita confezionata che beviamo. E ancora: allo statunitense medio ne servono 11.400, la media europea è di 5.400, quella mondiale 2.400.
Se volete conoscere quanta energia consumate nella vostra quotidianità provate a fare una visita al sito wattzup.com. Il portale ospita un programma che in base a una serie molto dettagliata di variabili - che vanno dalle vostre abitudini alimentari, agli oggetti che possedete fino a quanto e come vi spostate – vi dirà appunto il vostro fabbisogno energetico.

Non è solo un problema di emissioni pro-capite, è il concetto alla base del progetto: la questione fondamentale è la quantità totale di energia che ognuno usa, da qualsiasi fonte provenga. Perché è chiaro che, nonostante lo sviluppo e le innovazioni tecnologiche nel campo delle fonti pulite, il fabbisogno energetico attuale è impossibile da soddisfare in maniera sostenibile. Prima ancora di ridurre la dipendenza dalle fonte fossili, dunque, il passo obbligatorio è conoscere i nostri consumi per riuscire a ridurli. Appunto quello che si propone di fare wattzup.com.

L’idea realizzata da Saul Griffith e altri ricercatori provenienti dal MIT con wattzup (un’esauriente spiegazione in inglese si trova in questa presentazione) è quella di ricondurre ad un'unica unità di misura tutti i consumi energetici - sia diretti che indiretti - legati alla vita di ciascuno di noi. Per farlo hanno appunto scelto il watt, che indica la quantità di energia consumata in un secondo: un modo per poter paragonare tra loro consumi che avvengono su scale temporali e in ambiti diversi. Ecco che allora si può parlare di uno stile di vita da tot watt: chi vive a 12mila W, ad esempio, avrà bisogno dello stesso quantitativo di energia necessario a tenere costantemente accese 120 lampadine da 100 W.

In una sola cifra si riesce così a sommare l’energia che usiamo nei modi più diversi: quella che è servita a realizzare i vestiti che portiamo e gli oggetti che possediamo, quella con cui scaldiamo e illuminiamo la nostra casa, quella che muove i mezzi con cui ci spostiamo e quella usata per produrre confezionare e trasportare il cibo di cui ci nutriamo. Andando a frugare tra le innumerevoli voci che vanno a sommarsi nel bilancio energetico costruito dal programma si acquisisce coscienza di quanto la nostra quotidianità abbia a che fare con l’energia: la fette più grandi di consumo sono logicamente quelle legate ai trasporti e al riscaldamento domestico, ma si può ridurre il proprio fabbisogno energetico anche agendo su acquisti e dieta: la carne ad esempio è uno degli alimenti a più alta intensità energetica.

Sono più di centomila al momento le persone che tengono sotto controllo il proprio fabbisogno energetico usando wattzup. Il primo a farlo è stato l’ideatore Saul Griffith che così è riuscito a ridurre il proprio fabbisogno energetico da oltre18mila W a poco più di 2.000, in linea cioè con la media mondiale anche se ancora al di sopra della media dei sudamericani (1.580 W) e degli asiatici (1.480 W). Un buon inizio e un esercizio che tutti dovrebbero fare: per chi voglia provare si inizia da qui.

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