c ACQUA E CLIMA... (2): DOPO COPENHAGEN, RIPARTENDO DALLE CITTÀ - 11/02/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
Home Capitolo
APRE CAPITOLO RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
Invia questa notizia ai tuoi conoscenti
Home Sito
APRE IL SITO DI PROGETTO GAIA
[Data: 11/02/2010]
[Categorie: Politica ]
[Fonte: misna]
[Autore: ]
Social network:                e decine d'altri attraverso addthis.com Tutti gli altri con: addthis.com 

Spazio autogestito Google


ACQUA E CLIMA... (2): DOPO COPENHAGEN, RIPARTENDO DALLE CITTÀ

“Riconquistare le città, ora simbolo della devastazione del pianeta, trasformandole in luogo di riconciliazione tra ambiente e uomo”: raggiunto a Parigi dalla MISNA, Riccardo Petrella esamina a freddo i risultati del vertice internazionale sul clima, tenutosi lo scorso Dicembre a Copenhagen (Danimarca), e soprattutto l’esclusione dell’acqua dai temi di quell’incontro. A Petrella - professore di Ecologia umana, presidente dell’Ierpe (Istituto europeo di ricerca sulle politiche dell’acqua) e membro del Wpf (World Political Forum) – il tema dell’acqua e della crisi idrica che attualmente riguarda tre miliardi di persone sta a cuore tanto quanto quello dei cambiamenti climatici. “Semplicemente perché – spiega – sono temi in tutto e per tutto collegati. Ecco perché, dopo il fallimento della politica, la società civile internazionale si sta muovendo partendo dalle comunità di base, dalle città, per arrivare a una nuova gestione della vita, riaffermando il diritto alla vita e quindi anche all’acqua”. Per farlo si stanno coinvolgendo in primo luogo le comunità religiose, qualunque esse siano: “E ci stiamo rivolgendo anche agli atei” aggiunge Petrella. A Copenhagen, racconta, si era riusciti a interessare la Cina che aveva sottoposto l’idea dell’inclusione dell’acqua nel documento finale al gruppo di collegamento composto da Cina, India, Stati Uniti, Unione Europea e Brasile. “Alla fine non se ne è fatto nulla per l’opposizione di Europa e America” continua Petrella che poi aggiunge: “Non conosciamo le ragioni formali, ma non è difficile ipotizzare il fatto che l’Unione Europea (di cui molti stati membri potenti come Francia, Regno Unito, Spagna, Italia e Polonia hanno favorito la totale privatizzazione dei servizi idrici) non abbia potuto fare una scelta diversa da quella imposta dai grandi potentati privati dell’acqua”. Ecco allora perché le città e le comunità religiose: “Vogliamo partire dalla base della società perché anche l’acqua – argomento che interessa soprattutto i paesi più poveri - entri a pieno titolo nelle trattative sui cambiamenti climatici, per ora concentrate quasi esclusivamente sui risvolti energetici della questione, quelli che interessano soprattutto i paesi ricchi del globo”.[GB]

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA "IO FACCIO LA MIA PARTE"

 

Per il nostro Emporio... clicca!CLICCA PER IL NOSTRO EMPORIO

 

Spazio autogestito Google