c Friuli: proposta di legge per introdurre gli ogm in agricoltura - 19/11/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 19/11/2009]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: aamterranuova.it]
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Friuli: proposta di legge per introdurre gli ogm in agricoltura
La proposta di legge n.43 nel Friuli Venezia Giulia vuole normare la coesistenza "impossibile" tra ogm e agricoltura tradizionale, biologica o tipica. Ma non c'è nemmeno convenienza economica: il comunicato congiunto di Wwf, Legambiente e Aiab

Difficile dire se i quattro consiglieri regionali Venier Romano (UDC), Paolo Ciani (Pdl), Roberto Marin (Pdl), Roberto Asquini (Gruppo misto, ex Lega Nord) che hanno presentato, mercoledì 7 ottobre, alla II Commissione regionale presieduta da M. Franz (LN) la proposta di legge n. 43 denominata: “Disposizioni per la coesistenza fra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica”, avessero nel merito l'accordo preventivo dei loro gruppi politici o la loro intenzione fosse piuttosto quella di saggiare autonomamente e preventivamente il terreno...

Le Associazioni WWF, Legambiente, AIAB FVG, per quanto avessero sollecitato congiuntamente l'esigenza prioritaria di venire convocati per l'audizione di prassi, hanno ricevuto finalmente l’invito solo 24 ore prima dell'audizione stessa, e per questo i loro rappresentanti non hanno potuto intervenire. Tuttavia, ciò non ha impedito che le Associazioni redigessero un documento, di cui è stata data lettura alla II Commissione consiliare, con le loro note e osservazioni sulla proposta di legge.


WWF, Legambiente, AIAB FVG sottolineano come allo stato attuale, nessuna Regione italiana abbia emanato leggi atte a normare la coesistenza tra ogm e il resto dell'agricoltura sia essa biologica, tipica ecc. in quanto è il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che sta redigendo un quadro armonizzato dentro cui le Regioni si muoveranno. Il rischio concreto allora è quello di “fabbricare” leggi che poi siano in contrasto con il quadro nazionale, ancora da approvare, e quindi restino inapplicabili. Anche il quadro europeo risulta piuttosto controverso con problematiche tutt'altro che risolte e la netta contrarietà alle colture ogm di dieci Stati membri, 143 regioni UE e 4.500 aree minori di 22 Stati membri, inclusi Scozia e Galles. In questo senso la proposta di legge n. 43 si è rivelata essere una fuga in avanti di un'avanguardia forse interessata.


Quello che è certo è che WWF, Legambiente, AIAB hanno rilevato che nella proposta di legge sulla coesistenza tra ogm e il resto dell'agricoltura, il principio di precauzione e la sostenibilità ambientale e sociale sono seriamente sottovalutati.
Infatti nella relazione dei quattro consiglieri non si cita nulla in materia di misure di sicurezza in caso di immissione nell'ambiente di colture ogm, riportando falsamente che ciò sarebbe già definito ad altri livelli normativi. Invece non è così, e come minimo si dovrebbe pretendere che le colture ogm non vengano seminate in aree protette di qualunque tipo, in area di sicurezza attorno alle aree protette con dimensione da stabilire, in aree a denominazione geografica o altra qualificazione territoriale e fascia di rispetto, laddove vi siano agricoltori bio o intenzionati a divenirlo e fasce di rispetto.


Dal punto di vista economico, WWF, Legambiente, AIAB FVG sostengono che:
nella Regione FVG l'introduzione di colture ogm danneggerebbe non solo le produzioni biologiche, tipiche (DOP, DOC, IPG ecc.), tradizionali (mais da polenta ecc.) ma toglierebbe anche la possibilità di sviluppo del settore (purtroppo ancora non compreso) di grandi prospettive: la coltivazione di soia non ogm, magari delle varietà selezionate in FVG, per le filiere ogm-free (per le filiere di qualità quali il parmigiano reggiano (per il quale il consorzio di pertinenza non esclude ancora l'uso di foraggio ogm, ndr), i prodotti a marchio privato, i prodotti a base di soia ad uso umano ecc.) che ne richiedono grandi quantità, ora reperite con difficoltà all'estero. Inoltre, le esperienze di coltivazione di colture ogm statunitensi e inglesi non sono affatto positive.
Le coltivazioni ogm, anziché ridurre la dipendenza dai costosi pesticidi e fertilizzanti, come ingenuamente si afferma nella relazione allegata alla proposta di legge, fanno spesso aumentarne il consumo. Le Associazioni osservano che le colture ogm possono dare risultati economicamente validi solo su grandi superfici e che, contrariamente a ciò che si afferma nella proposta di legge, gli agricoltori della regione, tutti con piccoli o medi appezzamenti, non saranno mai competitivi con quelli dell'Argentina o degli U.S.A. (la Coldiretti è categorica e dice che sono destinati ad una “sconfitta certa”), di conseguenza non troveranno convenienza nella pratica dell'agricoltura transgenica.


Le Associazioni fanno anche presente che:


- al momento non esistono studi scientifici che dimostrino la reale “separabilità” delle filiere. Viceversa esistono studi scientifici ed esperienze pratiche (il mais in Spagna ad esempio) che attestano il contrario, ovvero che non ci sono misure efficaci nell'evitare la contaminazione;
- l'effetto ambientale, soprattutto sulle specie spontanee e officinali, dell'introduzione delle colture ogm non è affatto chiaro. Gli ogm costituiscono invece un pericolo per la BIODIVERSITÀ, poiché contaminano le varietà prive di ogm, potendo trasformarne alcune in super infestanti che possono perdurare nell'ambiente indefinitamente, nuociono ad insetti benefici e danneggiano i microrganismi contenuti nel terreno.
Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che le colture ogm (il mais ad esempio), comportando un'alterazione del sistema ambientale, potrebbero portare ricadute negative sulla SALUTE, non solo animale. Evidenze di ricerche scientifiche, appelli di categorie informate (American Academy of Environmental Medicine) paventano rischi anche per la salute umana, con complicazioni che investono metodi di cura e possibilità di resistenza ai farmaci e agli antibiotici. Non casualmente comunque, quasi tre italiani su quattro che esprimono una opinione (72%) ritengono che i cibi con organismi geneticamente modificati (ogm) siano meno salutari di quelli tradizionali.
WWF, Legambiente, AIAB FVG si pongono il problema di chi dovrà farsi carico dei costi di eventuali effetti negativi sulla salute, sull'ambiente, sulle colture non-ogm. Colpevolmente, la proposta di legge non fa alcuna menzione a questo proposito.


La posizione delle Associazioni è di totale rifiuto per una legge di questo tipo che pare in piena contraddizione sia con le conoscenze tecnico-scientifiche di cui disponiamo, sia con gli indirizzi della politica agraria che la Regione e lo Stato italiano stanno portando avanti, finalizzati alla valorizzazione della qualità e delle risorse territoriali. Le Associazioni evidenziano infine che esistono altri metodi di miglioramento genetico privi dei rischi connessi all'introduzione degli ogm. Tra questi la già collaudata tecnica, messa a punto proprio dall'Università di Udine e denominata MAS (Marcatori Molecolari Assistiti), che permette la lettura immediata della mappa genetica dell'ibrido ottenuto da un incrocio naturale di due varietà della stessa specie vegetale permettendo così, senza dover alterare artificialmente con tantissime incognite il DNA della cellula della pianta, la selezione rapida degli ibridi migliori sotto ogni profilo.


Per le Associazioni firmatarie


Legambiente FVG - Il Presidente Giorgio Cavallo
WWF FVG - Il Presidente Roberto Pizzutti
Associazione Italiana Agricoltura Biologica FVG - Il Presidente Antonio Zambon

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