c Clima, la promessa di Obama: «Pronti a raddoppiare gli sforzi» - 04/11/2009 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 04/11/2009]
[Categorie: Politica ]
[Fonte: la nuova ecologia]
[Autore: EMANUELE RICCARDI]
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Clima, la promessa di Obama: «Pronti a raddoppiare gli sforzi»
Il presidente degli Stati Uniti si è impegnato a fare del vertice sul clima di Copenaghen, il mese prossimo, un successo. Obama lo ha garantito ai leader dell'Unione Europea nel corso del suo primo Vertice Ue-Usa

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è pronto a "raddoppiare gli sforzi", insieme con l'Unione europea, per fare del Vertice sul clima di Copenaghen, il mese prossimo, un successo. Obama lo ha garantito ai leader dell'Unione Europea nel corso del suo primo Vertice Ue-Usa, ieri alla Casa Bianca, come lo stesso presidente ha spiegato in una breve dichiarazione alla stampa, precisando che le discussioni sul tema sono state "ampie" ed approfondite con i leader europei. Il presidente della Commissione Europea, Jose-Manuel Barroso, ha riconosciuto che Obama "ha cambiato il clima sul clima", e ha salutato "la leadership" dell'inquilino della Casa Bianca.

Ma come lo stesso Barroso aveva spiegato prima del Vertice odierno, un accordo definitivo a Copenaghen appare improbabile: ci sarà al massimo un accordo-quadro sugli obiettivi da raggiungere in futuro. Il presidente della Commissione ha quindi confermato le indicazioni dei giorni scorsi. Ha ribadito che i paesi in via di sviluppo, chiedendo a quelli ricchi di finanziare gli sforzi per la riduzione dell'effetto serra, devono stilare obiettivi precisi e mettere"le cifre sul tavolo".

Barroso, insieme con il premier svedese Fredrik Reinfeldt, presidente di turno del Consiglio Europeo, e Javier Solana, responsabile per la politica estera, guidava la delegazione dell'Ue che per la prima volta dal suo insediamento ha incontrato oggi il presidente Usa Barack Obama. A Washington c'era oggi anche il cancelliere tedesco Angela Merkel. Dopo un incontro con Obama, la Merkel ha pronunciato un discorso solenne al Congresso degli Stati Uniti, dove si è detta convinta che da un accordo vincolante Ue-Usa sul clima "potremmo anche persuadere la Cina e l'India di aggiungersi al movimento". Un accordo, in particolare tra mondo sviluppato e in via di sviluppo, appare però ancora molto lontano.

L'idea dei pvs, lanciata dalla negoziatrice boliviana Angelica Navarro all'inizio dell'estate, è molto semplice, ma piace poco ai ricchi e molto poco agli Stati Uniti. Si chiede al mondo sviluppato di ridurre le proprie emissioni, pagare i costi di adattamento ai cambiamenti climatici oltre a risarcire i paesi in via di sviluppo, vittime e non responsabili dell'effetto serra, finanziando le future alternative 'verdi'. I costi vengono quantificati in 400 miliardi di dollari l'anno, una cifra che il negoziatore Usa Todd Stern ha definito "follemente irrealistica", come ricorda l'attivista canadese Naomi Klein in un articolo su 'Rolling Stone'.

L'Europa è disposta a negoziare per una somma di 100 miliardi, come è emerso dal Vertice Ue della scorsa settimana. Fonti diplomatiche europee ricordano che la questione climatica è emblematica per le relazioni transatlantiche, soprattutto per capire se Obama sta facendo sul serio e se rappresenta davvero una svolta rispetto al suo predecessore George W. Bush, o se sono soprattutto chiacchiere. I primi segnali non sono positivi. Stern, il negoziatore Usa, e il ministro dell'energia, Steven Chu, ridimensionano ogni giorno le ambizioni statunitensi e la legge sul clima è in stallo al Congresso, mentre si attribuisce ad Obama l'intenzione di rinunciare al Vertice di Copenaghen visti i pochi risultati prospettati.

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