Il pensiero religioso e gli animali
Intervento conclusivo del Prof. Gino Ditadi al Convegno di Firenze
Sabato 24 febbraio 2001


Il 70% dei coralli.sta morendo in tutto il pianeta. Milioni di persone che vivono su coste coralline dovranno affrontare le conseguenze di questa situazione. I ghiacciai si stanno sciogliendo. Nelle Alpi si trovano i corpi di uomini vissuti migliaia di anni fa. Dai poli si staccano pezzi di ghiaccio grandi come mezza Corsica.

Emergenze ambientali e sanitarie mai viste (inquinamento, sconvolgimenti climatici, diossina negli alimenti, BSE) pongono l'umanita' a un punto di svolta carico di conseguenze.

Quattro miliardi di uomini sono condannati alla miseria, alla fame, nell'epoca del trionfo della tecnica, della massimizzazione dei profitti privati e della massimizzazione delle perdite collettive; condannati alla miseria con sotto i piedi le piu' grandi ricchezze della Terra.

Miliardi di animali sono allevati in condizioni infernali, destinati alla morte ancor prima di nascere.

Gran parte delle religioni si sono accorte solo ora che hanno dimenticato il creato. Dopo aver svolto un ruolo di oggettiva deresponsabilizzazione ora, alla chetichella e in ordine sparso, tentano di salvare il salvabile (cioe' la loro dimenticanza, il loro oblio dei viventi).

Da un lato "Famiglia Cristiana" che, come giornale popolare, finge attenzione alle creature, dall 'altra "Civilta' Cattolica" /Gesuiti) e "Studi Cattolici"(Opus Dei) attenti a condannare, schernire e irridere gli sforzi di chi si batte per un ingentilimento del mondo, per difendere chi non ha difese, le "creature dimenticate" appunto.

Un limite del Convegno e' la mancanza di un esame dei Testi. Abbiamo furbescamente assistito a storielle, a esperienze per lo piu' personali dell 'uno o dell'altro rappresentante religioso. Tutti, o quasi, non si sono riferiti ne' a Testi ne' a documenti. Bisogna invece fare piena luce sui Testi dottrinali e chiarire una volta per tutte se tali Testi dottrinali possano rispondere o non rispondere all'inferno del presente.

Non mi piace la politica dell'embrassons-nous. Non accetto di essere preso in giro. Non accetto che ci si prenda gioco di tante persone qui convenute alla ricerca di forza e speranza. Esiste una penosa realta': la natura e' stata sfigurata. Perdiamo per sempre una specie ogni tre ore. Centocinquant'anni fa ne perdevamo una ogni dieci anni. Non esiste un inventario delle risorse terrestri. Non sappiamo neppure quante specie vegetali e animali esistono. Non esiste nessun modello economico che tenga conto del depauperamento e della distruzione dei sistemi naturali e che contabilizzi queste perdite.

Il nostro secolo ha visto il trionfo della Instrumentelle Vernunft, il trionfo della ragione strumentale, la reificazione di animali e uomini. Il nostro secolo e' stato il secolo dei campi di concentramento (se qualcuno vuole chiarirsi le idee su cio' che implica la Instrumentelle Vernunft legga il recentissimo libro di John Cornwell, "Il Papa di Hitler", Garzanti Editore).

Siamo l'ultima generazione non manipolata geneticamente. Chi ha sostenuto e giustificato questo lungo processo di reificazione?

Quale risposta e' venuta in questo Convegno?
Nel migliore dei casi ci si trova davanti ad un desolato tergiversare. Il futuro ci porrà davanti emergenze sanitarie e ambientali gravi. Abbiamo bisogno di una nuova visione del mondo, di costruire una diga invalicabile alle forze della distruzione. Abbiamo bisogno di nuovi fondamenti, abbiamo bisogno di una filosofia del mattino. E' necessario affrontare il reale con il coltello della verità.

La questione animale sta diventando un boomerang rivelatore di una cultura, di una civiltà nella quale si massacrano gli uomini in guerra e si mangiano carcasse degli animali. Una civilta' che ha trovato le sue giustificazioni su teologie della bioetica e del potere, inadeguate a spiegare sia il divino che l'umano.

Sono stanco di inganni. Dopo millenni di menzogne sull'uomo, e' ora il turno delle menzogne anche sulle "bestie". Le questioni sono infatti strettamente legate. Dietro ad ogni teologia e filosofia della natura vi e' una teologie e filosofia della storia. La situazione storica che stiamo vivendo e' tale, come ha scritto Hans Jonas, che "stiamo tutti danzando sull'orlo dell'abisso".

Riguardo allo specifico di questo Convegno concludo affermando che dopo essere stata travolta per cecita' e questioni di potere dalla rivoluzione copernicana che pose fine al geocentrismo e affermo' l'eliocentrismo, oggi la Chiesa si presta ad essere travolta da una diffusa presa di coscienza che non il Tutto è per noi ma noi per il Tutto.

Ogni riflessione filosofica o teologica che non ponga al centro tutta la vita, non un suo frammento, e' una riflessione volta a sostenere gli affari di un mondo assurdo.

Come era falso il geocentrismo, cosi' e' falso l'antropocentrismo.

E' vero che non si tratta solo di antropocentrismo (si tratta infatti anche di affari), ma questo e' il pilastro su cui insiste, la cristianita' (ma in verita' non solo essa) in tutte le sue versioni, protestante, cattolica, ortodossa, eccetera.

Concludo citando Plutarco, su cui ho lavorato ultimamente riuscendo a pubblicare tutti i suoi scritti sugli animali, e Margherite Yourcenar che applica Plutarco al concreto. Scriveva Plutarco venti secoli fa: "Quale mortale penserebbe di maltrattare una creatura umana, se verso gli esseri che non sono della sua razza e della sua specie avesse costantemente professato la dolcezza e l'umanita'?"

Ha scritto Margherite Yourcenar pochi anni fa: "Se non avessimo accettato, nel corso delle generazioni, di veder soffocare gli animali nei vagoni-bestiame, o spezzarvisi le zampe come succede a tante mucche e cavalli mandati al mattatoio in condizioni assolutamente infernali, nessuno, neppure i soldati addetti alla scorta, avrebbe sopportato i vagoni piombati negli anni 1940-1945".

Ho finito. Grazie.