No Excuse! Neppure per noi stessi!


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"NO EXCUSE 2015"
Dal sito ufficiale della Campagna:

"Nel Settembre del 2000, durante il Millennium Summit, 189 Capi di Stato e di Governo si sono impegnati a lavorare insieme per costruire un mondo più sicuro, più prospero ed equo per tutti entro il 2015.

In tale sede i leader dei paesi ricchi e poveri hanno adottato otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio, i quali richiedono l’attuazione di un modello di sviluppo che ponga le persone al centro delle politiche locali, nazionali e globali.

Questi Obiettivi hanno impegnato paesi ricchi e poveri a sradicare l’estrema povertà e la fame, eliminare le disuguaglianze di genere e il degrado ambientale ed assicurare accesso ad istruzione, sanità ed acqua potabile entro il 2015."

(Il sito ufficiale della Campagna Onu in italia)

(Il sito della Coalizione Italiana contro la Povertà)


E' UTILE LA CAMPAGNA "NO EXCUSE 2015"?
Certo! Dal nostro punto di vista è utile tutto ciò che si muove nell'interesse collettivo, il problema è che i Governi non danno molte garanzie sulla sincerità dei propri impegni. E' dunque fondamentale l'intervento diretto dei popoli e degli individui: se non si costruiscono dal basso le condizioni politiche adatte agli interventi necessari, sarà difficile realizzare gli obiettivi del Millennio!


ALLORA PERCHE' POTREBBE NON SERVIRE A NIENTE?
Perché se anche riuscissimo a costruire una pressione popolare sufficientemente forte da imporre ai Governi gli sforzi necessari, non riusciremmo a risolvere nessun problema se non individuando le scelte strategiche necessarie ad un reale cambiamento.

Noi aderiamo alla Campagna suggerendo tre obiettivi che non nascono dai desideri umani, ma derivano dalle reali condizioni dell'attuale rapporto uomo-pianeta. Ostinarci a trascurare questo elemento ci permetterà solo di organizzare dei bellissimi progetti... ma non potremo mai realizzarli, anzi è ormai comune la consapevolezza che le condizioni peggioreranno in maniera drammatica nei prossimi anni.

Tenendo conto dei dati disponibili sulla condizione del pianeta occorre:


a) - Finanziare solo produzioni agricole rispettose dell'ambiente, biologiche e finalizzate al nutrimento diretto delle popolazioni umane locali;
b) - Drastica riduzione dell'uso di carne e derivati animali sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli industrializzati;
c) - Una politica demografica (e democratica!) di stabilizzazione delle popolazioni a più alto tasso di crescita.

a) Finanziare solo produzioni per uso locale
Leggiamo da un articolo di Davide Ranzini: "Oggi più di un terzo della produzione alimentare mondiale è costituito da foraggio che serve a supportare la zootecnia industriale cioè gli allevamenti intensivi di animali da macello che forniscono carne per l'uomo occidentale.
Più della metà delle superfici fertili del globo è destinata a coltivare cereali, semi oleosi ecc. per nutrire animali allevati. La sola zootecnia europea importa almeno 50 milioni di tonnellate di derrate mangimistiche all'anno. Dal Sud America all'Africa, per il nostro benessere alimentare decine di milioni di ettari di terreno, (le chiamano le terre fantasma) sono destinate a produrre cibo per le stalle intensive europee, privando in questo modo le popolazioni autoctone di risorse fondamentali per la loro nutrizione."


b) Riduzione dell'uso di carne e derivati
"Chi mangia gli animali consuma le risorse della Terra quattro volte più di chi non lo fa, ecco perché una moda alimentare si sta trasformando in un movimento mondiale dirompente." E' questo il titolo di un articolo firmato da Daniela Condorelli su La Repubblica, è un'ottima sintesi dei motivi per cui è inevitabile cambiare alimentazione.

c) Politica demografica
Il numero di umani sulla Terra è un problema di importanza non più trascurabile. Noi per vivere consumiamo il mondo, se anche riuscissimo a diminuire i nostri consumi ad un livello di semplice sopravivenza, come faremo quando (con l'attuale crescita) saremo il doppio o il triplo? Non è difficile capire che è indispensabile risolvere tre problemi: 1) Cosa consumare: principalmente la nostra dieta alimentare, 2) Dove consumare: evitare i
grandi magazzini e l'economia di scala, 3) Stabilizzare il numero dei consumatori: nel 1900 eravamo 1 miliardo, ora siamo 6,5 miliardi, nel 2040 saremo 10 miliardi... come faremo a nutrire tutti e a soddisfare le esigenze vitali di tutti? E' inutile affermare che "qualche soluzione si troverà"... fino a quale numero potremo trovarla?! La realtà è che siamo già fortemente in ritardo (vedi queste pagine in pdf). Precisiamo che non stiamo parlando di contenimento della popolazione con metodi violenti, è naturale che ci riferiamo a politiche pacifiche e democratiche: informazione, educazione, diffusione dei metodi contraccettivi, ecc.

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