FESTA DELLA PALOMBELLA

FESTA DELLA PALOMBELLA: La colomba in croce sulla raggiera vene mostrata alla folla.


Comunicato stampa
del Sindaco di Orvieto
27.05.2000

Ecco cosa significa considerare gli altri animali come oggetti !!!


COMUNICATO STAMPA n. 165/2000 G.M. del 27.05.2000


Il Sindaco, Stefano Cimicchi, si dichiara "addolorato" ed "indignato" a nome di tutti gli orvietani, per la campagna aggressiva che alcune organizzazioni animaliste hanno ingaggiato, anche a livello multimediale, contro la tradizionale festa, facendo apparire Orvieto - Città del dialogo, della memoria e della tolleranza - come una città di sanguinari; · Ad oggi il clima che si è creato induce solo a poche soluzioni:
1) non celebrare la festa come atto di protesta della città,
2) celebrarla con le ulteriori condizioni di sicurezza,
3) attivare la disobbedienza civile all'attacco che si sta portando avanti verso un rito che ha radici profonde.

 

Il Sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi, ha tenuto questa mattina, presso la sede comunale, l'annunciata Conferenza Stampa sulla vicenda della celebrazione della Festa della Palombella di Orvieto (in occasione della Pentecoste) con l'utilizzo di una colomba vera, vicenda che in questi ultimi giorni è stata riproposta all'attenzione dell'opinione pubblica per le numerosissime iniziative dei gruppi ambientalisti e animalisti a livello nazionale ed internazionale.

"I miei appelli - ha detto il Sindaco Cimicchi - sono stati disattesi, per l'ennesima volta. Ormai ci troviamo di fronte al muro contro muro: da un lato il sentimento della comunità orvietana, dall'altro l'aggressione multimediale verso la nostra città e nei miei confronti, condotta da gruppi di ambientalisti e animalisti, dietro cui si cela anche qualche speculazione politica.

Oggi c'è un clima pesante, sottolineato da una lunga sequela di minacce telefoniche di pessimo gusto, di messaggi via internet; almeno 100 al giorno e talvolta deliranti, si stanno riversando presso la sede comunale. Una vera e propria aggressione che falsa la realtà. Con profonda ignoranza si confonde la Palombella di Orvieto con il massacro delle foche in Canada.

Ebbene, non è la stessa cosa!
Quello di Orvieto è un simbolo di identità di un luogo fortemente caratterizzato, nella storia, dal legame della cultura contadina con i segni della prosperità. Non è un gesto con l'intenzione di commettere un reato. E' un simbolo di purezza che resta integro nel sentire comune. Gli orvietani non sono torturatori di colombe, è invece una popolazione incline al dialogo e che sulla tematica specifica ha dato, in questi anni, molte occasioni e spazi di dialogo. Evidentemente è cosa ben diversa dall'assassinio delle foche in Canada! Certe asprezze, anche intellettuali, scuotono un'intera comunità.

Sono molto preoccupato per il tono che la questione sta prendendo.
Se non si trova la soluzione adeguata, i palliativi non funzionano più. Voglio dire che: se si deve rischiare lo scontro di piazza, allora è meglio non fare più la Festa della Palombella! Oggi siamo ad un punto delicato: Il Vescovo di Orvieto, di cui è nota la posizione, in questa fase non c'entra affatto. L'Opera del Duomo organizza la Festa, il Sindaco è tutore degli salute degli animali.

Debbono emergere soluzioni utili a concretizzare comportamenti adeguati, non solo da parte degli orvietani! Da parte mia, sento la responsabilità di cambiare - dopo 500 anni - la tradizione orvietana. Stigmatizzo l'iniziativa sproporzionata ed offensiva che rischia solo di innescare una grande reazione popolare ed un Sindaco deve tenere in considerazione un'insieme di cose. Sono addolorato ed indignato per questa aggressività immotivata, malgrado sia stato concesso ampio dialogo!  E posso aggiungere che gli animalisti orvietani hanno avuto ed hanno atteggiamenti diversi!

Nessuno nega che questa festa abbia una sua contraddizione,
ma si tratta di un rito sincretico che ha radici profonde!

Martedì prossimo parteciperò ad un ennesimo incontro per valutare le soluzioni tecniche che non stravolgano comunque i caratteri della Festa della Palombella. Dico subito, però, che se il mio appello a cessare tale clima di tensione creato in modo sproporzionato rispetto alla realtà delle cose non verrà accolto, ebbene, allora sarò io stesso paladino della disobbedienza civile".


 

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