Ad eccezione del titolo, il testo di questa pagina è tratto dal sito:
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LA MACELLAZIONE
RITUALE

...E perché non anche il taglio della mano per i ladri?!
FACILE! Perché gli animali per lo Stato sono solo oggetti

Finché le Associazioni animaliste non si decidono a chiedere il riconoscimento istituzionale della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale... non facciamo un solo passo in avanti!

 Impianto completo

 

Linea di macellazione bovini fino a 80 capi/ora

 

 

 
Linea di macellazione ovini fino a 600 capi/ora

 

Macellazione in rituale

 

 

 
Linea di macellazione suini fino a 360 capi/ora

 

Panoramica sala disosso

Milioni di bovini, ovini, volatili, vengono ogni giorno abbattuti in maniera crudele ai macelli per osservare dei rituali religiosi.

Che sia per la carne "halal" (animali uccisi secondo il rito musulmano) o per la carne "casher" (animali uccisi secondo il rito ebreo) le sofferenze arrecate durante lo sgozzamento sono inaccettabili alla fine del XX secolo. Queste pratiche potrebbero essere evitate se l'accordo fra associazioni animaliste, autorità religiose, e i ministeri sollecitati da questo dossier riuscissero a legalizzare l'anestesia degli animali da consumo prima dell'abbattimento rituale. Disgraziatamente malgrado l'assenza di rapporti veterinari che testimoniano che la sofferenza dell'animale durante lo sgozzamento è reale, e malgrado le prese di posizione favorevoli all'anestesia di alcune autorità religiose, il rituale continua indisturbato.

Anche se nella "Torah" né nel "Talmud", testi relativi alla consumazione di animali, non precisano che è obbligatorio uccidere per sgozzamento e nemmeno che un animale ucciso in un altro metodo è improprio alla consumazione per queste religioni, e non è assolutamente menzionato che l'animale non possa essere in nessun caso addormentato prima della sua morte, si continua ad uccidere in un modo primitivo. Possiamo ugualmente notare che la carne di un animale sgozzato da vivo, contiene la stessa quantità di sangue.

In compenso, è ben precisato nei due testi religiosi (Torah e Talmud) che l'uomo deve sempre rispettare l'animale. Non si tratta di mettere all'indice quelli che perpetuano le tradizioni religiose, ma piuttosto di far prendere coscienza che l'animale prima della sua morte è terribilmente stressato, e durante e ancora dopo l'abbattimento egli soffre per interminabili minuti. Come sopportare indifferenti il trattamento subito da milioni di animali per il consumo, come si può ingurgitare la carne di un animale passato dalla vita alla morte con delle sofferenze atroci? Per uccidere un bue lo si immobilizza in una macchina dove la testa solamente esce dal box di contenzione, lo si rovescia sul dorso e si procede al taglio della gola. La vista del suo sguardo atterrito e il suo fragile muggito, immaginate il seguito ........ben inteso che tutti i buoi che vengono sacrificati assistono alla lenta agonia dello sgozzamento dei loro precedenti simili, completamente coscienti dell'atroce sorte che subiranno. In seguito alla recisione del nervo diapragmico il muscolo di paralizza e l'animale con la testa in basso non può più respirare e soffoca nel proprio sangue. La lotta contro la morte può durare fino a 15 minuti e non è raro vedere un animale fare sforzi insostenibili per alzarsi quando lo si credeva già morto.

Contrariamente agli argomenti avanzati e dottamente dimostrati, l'animale non perde la sua coscienza nel momento in cui si svuota del suo sangue. Anche se, infine, avvicinare una lama nel suo collo nella posizione in cui si trova e tranciargli la gola anche se con destrezza riconosciuta, risultano minuti di angoscia troppo lunghi e le sofferenze assolutamente atroci e immaginabili. E per questo riguarda gli agnelli il principio è pressapoco identico. Gli agnelli sono fatti salire in un nastro mobile che li spinge in avanti e li mantiene stretti in un corridoio; alla fine del percorso arrivano ad una macchina, la testa fuori e rovesciati sul dorso il collo tirato avanti, e l'incisione effettuata, e l'animale si ritrova rapidamente appeso per un arto posteriore, completamente cosciente, al fine di svuotarsi del suo sangue. Anche in questo caso i montoni sgozzati si dibattono per cercare di liberarsi dall'impedimento. Succede anche che alcuni nel dibattersi arrivano a sganciarsi e ad alzarsi tra il dolore lancinante ed il panico. Non è raro anche vedere la lama del coltello passare più volte nel collo del montone.