CONTRO LA MACELLAZIONE RITUALE...
...O CONTRO GLI "
ALTRI" ?!?

Strana posizione quella della Lega Nord, leggete i due articoli!


Aniamali sacrificati ai rituali musulmani
Macellazione: si è deciso dei verdi, per motivi religiosi

di Dimitri Buffa

Qual è il limite tra il rito e la crudeltà? È una di quelle domande che gliuomini si pongono da tempi ancestrali ma che può dare origine a problemi di ordine etico anche oggi. Per questo i deputati Oreste Rossi e Alberto Lembo della Lega Nord, insieme a Vittorio Sgarbi , hanno dato vita a una coloritissima conferenza stampa contro la legge che permette, in attuazione fin troppo zelante di una direttiva Cee, la macellazione rituale per motivi religiosi, in Italia. Il tutto senza tenere conto delle sensibilità laiche e animaliste che verrebbero sacrificate alle tradizioni di ebrei e musulmani.Un argomento scivoloso, perché, se da una parte si rischia di farsi dare dell’antisemita, dall’altra si incorre nelle ire degli ecologisti, presenti ieri alla conferenza stampa, che nulla vorrebbero concedere in materia di tutela delle specie viventi. Per loro, non si può, ma si deve essere vegetariani, per cui figurarsi che ne pensano della carne cusher. Giusto peraltro anche il discorso che fa Rossi: "in Italia la macellazione crudele è proibita per tutti, per cui non c’è alcuna ragione di derogare solo per alcuni, e questo non vuol dire essere anti qualcuno o qualcun altro". La verità, per usare le parole di Lembo, è che quando l’Italia deve tradurre in legge dello Stato una direttiva europea, quasi sempre combina un disastro. E infatti la Commissione agricoltura della Camera, licenziando il decreto legislativo 1/9/98, numero 333, appunto quello che va a recepire la direttiva 93/119 CE, un qualche pasticcio deve averlo combinato, se è vero che su questo punto, della macellazione rituale, si è spaccata in due. Prevalendo le istanze religiose solo grazie al voto che vale doppio del presidente, il verde Alfonso Pecoraro Scanio. Altra ironia della sorte, dunque, che sia un verde a dare il via libera a questo tipo di macellazione animale, principalmente bovina e ovina, molto crudele per le sue modalità. Lasciare un animale a morire sgozzato con un agonia di dieci minuti, senza alcun stordimento, così come previsto per tutti gli altri casi, per una persona dal sentire laico non può essere questione risolta solo con la giustificazione religioso rituale e con la necessità di non - discriminazione di un’usanza. Altrimenti, un domani dovremmo ammettere anche la poligamia e l’infibulazione, che invece sono considerate un reato, per gli stessi motivi.


MA NON SI STAVA PARLANDO
DEI DIRITTI DEGLI ANIMALI ?

(le sottolineature sono nostre)


Macellazione animali da bassa corte: consentita solo ai musulmani col controllo dell’autorità religiosa
Polli e capretti, in nome di Allah
Ma ai contadini padani è vietata la pratica di una sana tradizione popolare

di Luigino Vascon*

A colpi di decreto il governo dell’Ulivo vuole in ogni modo cancellare ogni genere di tradizione popolare. La prova del nove il recepimento della Direttiva Ce 93/119 inerente alla protezione degli animali di bassa corte durante la macellazione e l’abbattimento. Senza elencare le varie articolazioni labirintiche che contraddistinguono il decreto, vi è una tortuosa codificazione per ogni genere di operazione per l’abbattimento o l’uccisione di animali da sempre allevati per l’uso alimentare umano. Si pensi che oggi un contadino non può più tirare il collo al tanto amato pollo ruspante diventato, per volontà di un decreto, un piacere proibito... Non solo: la legge vieta di comperare da chiunque ogni genere di animale da cortile, macellato in modo tradizionale o rustico. Pratica questa peraltro in uso sino a pochi giorni fa. La procedura era normata da una precisa legge del ’79 che consuntiva solo agli agricoltori la macellazione degli animali da bassa corte, intesi come polli, conigli, ovini per il consumo famigliare. Oggi invece in base al decreto 333 del 1° settembre ’98 il contadino che vuole continuare ad alimentarsi dei propri animali lo può fare solamente se all’interno della propria abitazione predispone un cosiddetto macello con relativi annessi e connessi uguali in tutto e per tutto ai grandi centri di macellazione. Ma il governo dell’Ulivo dimostra una ottusa sudditanza di comodo nelle accettazioni in toto della Direttiva Ce, che nell’insieme subdolamente attua la cancellazione e l’alienazione strisciante di tutte le tradizioni popolari e culturali della Padania e della restante Italia. Si pensi solamente per un attimo alle antiche tradizioni popolari che ruotano attorno all’agnello o al capretto pasquale e che per volontà di decreto oggi vengono praticamente vietate. A conferma di ciò, sempre nello stesso decreto, all’articolo 1 al punto ha una particolare attenzione e sensibilità viene rivolta e riservata al mondo dei cosiddetti extracomunitari o meglio dei cosiddetti nuovi Italiani, la cui cultura e religiosità è totalmente a noi diversa ed estranea. A questi viene riservato un capitolo di riguardo, in quanto per la macellazione "giustificata" a scopo e fine religioso..., l’Autorità competente in materia di controllo nelle fasi di macellazione secondo i rispettivi riti religiosi, non è l’Assl coi propri veterinari. Macché: è l’autorità di fede rappresentata, e cioè "per gli Ebrei il Rabbino, per i Mussulmani il Muezzin, ecc.". Ecco quindi palesemente da un lato vietata e cancellata la nostra continuità culturale e tradizionale, e dall’altro tutelata ed agevolata una pratica mai esistita ed usata in Padania e ne tanto meno in Italia. Questi non sono nient’altro che i primi passi di un imminente completo stravolgimento sociale e la forzata accettazione di una società multirazziale. Se il contadino vuole continuare a gustare il suo tradizionale amato pollo o il suo capretto attentamente allevato, per poterlo fare deve convertirsi ad altra nuova religione. Viva la libertà!

*Membro Lega Nord Commissione Agricoltura Camera